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Un momento della cerimonia al Giardino della memoria (Foto: Assostampa Sicilia)
Associazioni 27 Ott 2023

Palermo, al Giardino della memoria di Ciaculli cinque nuovi alberi per ricordare vittime della mafia

L'iniziativa in onore dei giornalisti Giovanni Spampinato, Mauro De Mauro e Mauro Rostagno, del piccolo Giuseppe Di Matteo e di padre Pino Puglisi.

Cinque nuovi alberi e cinque targhe per ricordare i giornalisti Giovanni Spampinato, Mauro De Mauro e Mauro Rostagno e il piccolo Giuseppe Di Matteo e padre Pino Puglisi.

"Memoria e verità, i cronisti siciliani raccontano" è il titolo dell'iniziativa con cui stamattina al Giardino della memoria di Ciaculli, a Palermo, bene confiscato alla mafia, l'associazione siciliana della stampa, sindacato unitario dei giornalisti, insieme alla sezione di Palermo e ai gruppi cronisti e pensionati, e l'Associazione nazionale magistrati di Palermo hanno rinnovato l'appuntamento con la memoria. Tra i tanti partecipanti anche l'assessore comunale alle Politiche culturali Giampiero Cannella, il presidente del Consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti, Roberto Gueli, e gli studenti degli istituti comprensivi Sperone-Pertini e Franchetti e del liceo Danilo Dolci di Palermo.

Nel corso dell'evento è intervenuto in collegamento da Roma anche Alberto Spampinato, giornalista, scrittore, presidente di Ossigeno per l'informazione e fratello di Giovanni, cronista de L'Ora ucciso dalla mafia 51 anni fa. «Il nostro progetto - spiega Giuseppe Rizzuto, segretario di Assostampa Sicilia - è trasformare questo giardino in un luogo aperto alla città e soprattutto ai più giovani. Oggi piantiamo dei semi. Ciascuno di questi alberi rappresenta con la sua targa un giornalista, un magistrato, un agente delle forze dell'ordine, un prete o un semplice cittadino che ha combattuto la mafia, a modo proprio, arrivando a sacrificare la vita per difendere quei valori di libertà e giustizia in cui credeva. Oggi ricordiamo le nostre radici - aggiunge -, ma saranno i ragazzi a raccogliere i frutti. Da qui nasce il coinvolgimento delle scuole e del quartiere. Dove la mafia ha portato la morte, possiamo portare la vita. Speriamo che presto arrivino tante famiglie con i bambini e sempre più insegnanti con gli studenti, per commemorare i nostri eroi ma anche per discutere insieme di cultura e fare socialità». (Adnkronos, 27 ottobre 2023)

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