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Osservatorio sui media 24 Gen 2011

Ossigeno pubblica la seconda parte del rapporto 2010

Roma, 21 gennaio 2011 - Da oggi chi vuol sapere chi sono i giornalisti minacciati in Italia, come si chiamano, per chi lavorano, dove vivono, può apprenderlo facilmente leggendo la seconda parte del Rapporto Ossigeno 2010, pubblicato sulla rivista “Problemi dell’Informazione” (Il Mulino) e sui siti www.fnsi.it e www.odg.it/ insieme al Meta Rapporto 2010 reso noto lo scorso settembre.

Roma, 21 gennaio 2011 - Da oggi chi vuol sapere chi sono i giornalisti minacciati in Italia, come si chiamano, per chi lavorano, dove vivono, può apprenderlo facilmente leggendo la seconda parte del Rapporto Ossigeno 2010, pubblicato sulla rivista “Problemi dell’Informazione” (Il Mulino) e sui siti www.fnsi.it e www.odg.it/ insieme al Meta Rapporto 2010 reso noto lo scorso settembre.

Questa “parte seconda” completa il quadro tracciato dal nostro osservatorio per il triste biennio 2009-2010, che ha visto acutizzarsi il fenomeno di cui ci occupiamo. La cartina dell’Italia inserita  all’inizio mostra, a colpo d’occhio, che ormai le minacce ai giornalisti sono diffuse pressoché in tutte le regioni, e hanno due casistiche: si realizzano con mezzi violenti o attraverso abusi legali. Le tabelle nominative mostrano in sintesi ciascuno dei 78 casi  che abbiamo approfondito.

Abbiamo fatto questo lavoro di esposizione grafica e di sintesi, direi di “ingrandimento”, per aiutare chi fa fatica a vedere ciò che accade in mezzo a noi. Vogliamo aiutare chi si occupa di queste cose a essere più informato, più preciso, più rispettoso della condizione di chi, suo malgrado, riveste il ruolo di vittima. Noi vorremmo che quando qualcuno parla o scrive a proposito di questi cronisti invisibili, quando qualcuno cita l’ultimo cronista che è stato colpito da una minaccia, dicesse anche “quanti” altri hanno già subito quel trattamento nella stessa città, nella stessa regione, nell’ultimo mese, nell’ultimo anno.

Da oggi, grazie al nostro rapporto, è più facile essere precisi su queste cose. Consultando il rapporto Ossigeno, ci si può documentare facilmente, e con il minimo sforzo. Si può contestualizzare ciò che accade. Invece di scrivere che Tizio è “l’ennesimo” cronista minacciato, si può usare un numero ordinale. Si dovrebbe evitare questa orribile espressione che ha poco a che fare con il giornalismo e, al di là delle intenzioni, minimizzare e svalutare l’episodio raccontato e, in definitiva, esprime scarsa considerazione per i cronisti minacciati. L’osservatorio Ossigeno farà di più e di meglio, in futuro, per far comprendere a tutti quale sia la reale dimensione di questo drammatico fenomeno. Ma intanto lasciateci essere orgogliosi di questo primo passo.

Una sezione di questa “parte seconda“ è dedicata a Giancarlo Siani, il cronista del “Mattino” ucciso a Napoli il 23 settembre 1984. Nel ricordo di questo valoroso giornalista, varie voci offrono spunti e riflessioni interessanti. Ad esempio, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti , Enzo Iacopino,  cita una frase di Roberto Saviano (in Campania «o sei da questa o sei da quella parte della barricata») e commenta: “Non può che essere così ovunque, o da una parte o dall’altra, senza zone grigie, senza cercare coni d’ombra. Chi non fa questa scelta – aggiunge Iacopino - forse non lo sa, ma è fuori dall’Ordine dei Giornalisti, non merita di essere iscritto all’Odg”. Roberto Saviano ci offre altri spunti nell’acuto intervento, analitico e rievocativo, scritto per il 25/mo anniversario dell’assassinio di  Giancarlo Siani, per ricordarlo e per dire che Giancarlo «non va ricordato perché è stato ucciso ma perché ucciso per essere stato troppo vivo».   

Interroga la coscienza anche il presidente della FNSI, Roberto Natale che denuncia le leggi bavaglio ed ammonisce i giornalisti: “Non possiamo prendercela – dice - solo con i ‘cattivi’ che vogliono fare leggi che non ci piacciono, contro le quali comunque combattiamo con determinazione incrollabile. Non possiamo denunciare in modo credibile ed efficace la censura, che pure c’è, se non guardiamo ai pesanti rischi di auto censura nei quali incorriamo noi”. Leggete le testimonianze competenti di Rosaria Capacchione e di Arnaldo Capezzuto, il drammatico appello di Nello Rega. Ma fra tutti gli interventi il più stimolante è senz’altro quello  di Lirio Abbate che - con il candore del cronista senza peli sulla lingua - ci dice una cosa che deve fare riflettere: quando si parla di me e si dice che sono stato minacciato, dice Lirio,  vorrei  che non si parlasse di come vivo sotto scorta, ma che si dicesse ‘perché’ sono stato minacciato; vorrei che si dicesse cosa ho scritto prima di essere minacciato. Lirio ha ragione. Speriamo che questo desiderio sia esaudito. Per lui e per tutte le persone di cui parliamo in questo Rapporto.

Alberto Spampinato

Direttore di Ossigeno per l’informazione, osservatorio della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti

sui cronisti minacciati e sulle notizie oscurate con la violenza in Italia

ossigeno_2@yahoo.it

RAPPORTO OSSIGENO 2010 - SECONDA PARTE

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