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Editoria 02 Mag 2013

Oggi l'Unità non sarà in edicola, sciopero Solidarietà della Fnsi e delle Assostampa regionali

La redazione de l’Unità e la sua rappresentanza sindacale si sono viste presentare per due volte una bozza di piano industriale con drastici tagli. Non contestiamo l’esigenza, legittima e doverosa, di puntare a risanare i conti, ma così l’azienda finisce per mortificare il giornale, le sue professionalità e la sua storia. L’azienda continua a parlare di rilancio mentre agisce con un vero piano di dismissioni.

La redazione de l’Unità e la sua rappresentanza sindacale si sono viste presentare per due volte una bozza di piano industriale con drastici tagli. Non contestiamo l’esigenza, legittima e doverosa, di puntare a risanare i conti, ma così l’azienda finisce per mortificare il giornale, le sue professionalità e la sua storia. L’azienda continua a parlare di rilancio mentre agisce con un vero piano di dismissioni.

Dopo anni passati a chiedere stati di crisi, a espellere i giornalisti più esperti, a bloccare l’ingresso dei giovani, dopo l’accordo sottoscritto per un contratto di solidarietà al 20%, oggi si arriva al colpo finale con la richiesta di una solidarietà al 50% e della chiusura di due cronache storiche come Firenze e Bologna, oltre alla riduzione a 20 pagine del quotidiano.
Un quadro di netto ridimensionamento, che rende ancora più drammatica la situazione dei collaboratori, molti dei quali attendono da mesi di essere pagati. L’azienda sostiene di puntare allo sviluppo del web (mai osteggiato dalla redazione), ma contemporaneamente dimezza la forza lavoro, chiede tempi di chiusura sempre più anticipati, conferma il taglio della distribuzione in Sicilia, Sardegna e una parte della Calabria, dopo l’assenza di iniziativa proprio in zone che richiedono maggiori sforzi per il sostegno del confronto democratico.
Siamo consapevoli delle difficoltà che vive l’editoria, con il calo degli introiti pubblicitari, delle copie vendute in edicola e il drastico taglio del finanziamento pubblico. Una crisi oggettiva che non ha visto un’azione adeguata e tempestiva di contrasto e di rilancio del prodotto da parte della proprietà composta da Renato Soru, da Maurizio Mian, Matteo Fago e con una partecipazione simbolica, ma politicamente significativa del Pd attraverso la società Eventitalia.
Come si pensa con queste premesse di rafforzare la presenza del giornale a partire dalle sue «piazze» più importanti? Come si pensa di sostenere il tessuto di partecipazione democratica presente in quei territori, le lotte sociali e culturali, le stesse nuove esperienze di governo del centrosinistra? Come si parla al popolo democratico senza essere presenti almeno nelle edicole o essendolo sempre meno?
I piani presentati dall’azienda non si pongono queste prospettive. Questa dismissione di fatto mascherata da rilancio «modernista» è inaccettabile, così come lo sono i pesanti costi chiesti ai lavoratori. Non è con i soli tagli che si aggiustano i conti, ma con il rilancio. Su questo i giornalisti chiedono l’apertura di un confronto vero in mancanza del quale sono pronti a tutte le forme di lotta. La prima giornata di sciopero è proclamata per giovedì 2 maggio.
IL CDR

SCIOPERO A L’UNITÀ: LA SOLIDARIETA’ DELLA FNSI E DELLE ASSOCIAZIONI REGIONALI DELLA STAMPA DI EMILIA-ROMAGNA, TOSCANA, LAZIO E LOMBARDIA

“I giornalisti de “l’Unità” sono stati costretti a proclamare uno sciopero per difendere il posto di lavoro e la vita stessa del giornale.
Mentre i soci non hanno ancora concluso la ricapitalizzazione, processo che si trascina oramai da troppo tempo, mentre ai collaboratori non vengono pagate le loro spettanze, l’azienda insiste per l’avvio di un piano di ristrutturazione – peraltro non ancora formalmente presentato alle organizzazioni sindacali nelle sedi dovute – che prevederebbe un drastico ridimensionamento della presenza territoriale del giornale con la chiusura delle cronache locali di Bologna e Firenze ed il sostanziale dimezzamento della redazione stessa attraverso l’intervento dei contratti di solidarietà, peraltro con tagli rilevanti alle retribuzioni.
La Federazione nazionale della stampa italiana, d’intesa con le Associazioni regionali di stampa di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Lombardia, ritiene inaccettabile una simile impostazione esprimendo piena solidarietà ai redattori ed ai collaboratori del quotidiano.
Nella vicenda de “l’Unità” va fatta chiarezza sulle reali disponibilità dei soci a far fronte ai loro impegni prima di chiedere ulteriori sacrifici alla redazione, già oggi impegnata a sostenere gli oneri di un contratto di solidarietà.
L’azienda deve presentare progetti precisi con obiettivi chiari che abbiano nel rilancio del giornale il loro punto di riferimento.
Si apra un tavolo di confronto vero, basato sulle procedure previste dalle leggi e dal contratto di lavoro, abbandonando strade che già nel passato hanno gravemente danneggaito il quotidiano fondato da Antonio Gramsci”.

SCIOPERO A L’UNITÀ: LA SOLIDARIETA’ DELLA FNSI E DELLE ASSOCIAZIONI REGIONALI DELLA STAMPA DI EMILIA-ROMAGNA, TOSCANA, LAZIO E LOMBARDIA

“I giornalisti de “l’Unità” sono stati costretti a proclamare uno sciopero per difendere il posto di lavoro e la vita stessa del giornale.
Mentre i soci non hanno ancora concluso la ricapitalizzazione, processo che si trascina oramai da troppo tempo, mentre ai collaboratori non vengono pagate le loro spettanze, l’azienda insiste per l’avvio di un piano di ristrutturazione – peraltro non ancora formalmente presentato alle organizzazioni sindacali nelle sedi dovute – che prevederebbe un drastico ridimensionamento della presenza territoriale del giornale con la chiusura delle cronache locali di Bologna e Firenze ed il sostaziale dimezzamento della redazione stessa attraverso l’intervento dei contratti di solidarietà, peraltro con tagli rilevanti alle retribnuzioni.
La Federazione nazionale della stampa italiana, d’intesa con le Associazioni regionali di stampa di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Lombardia, ritiene inaccettabile una simile impostazione esprimendo piena solidarietà ai redattori ed ai collaboratori del quotidiano.
Nella vicenda de “l’Unità” va fatta chiarezza sulle reali disponibilità dei soci a far fronte ai loro impegni prima di chiedere ulteriori sacrifici alla redazione, già oggi impegnata a sostenere gli oneri di un contratto di solidarietà.
L’azienda deve presentare progetti precisi con obiettivi chiari che abbiano nel rilancio del giornale il loro punto di riferimento.
Si apra un tavolo di confronto vero, basato sulle procedure previste dalle leggi e dal contratto di lavoro, abbandonando strade che già nel passato hanno gravemente danneggaito il quotidiano fondato da Antonio Gramsci”.

L’ASR AL FIANCO DELLA REDAZIONE DELL’UNITA’ IN SCIOPERO
“NO A TAGLI E SACRIFICI SENZA UN VERO PIANO DI RILANCIO” 

L’Associazione Stampa Romana si schiera solidale a fianco della redazione e del Cdr de l’Unità, oggi in sciopero per protestare contro il piano di ristrutturazione ufficiosamente presentato dall’azienda. Ancora una volta ci troviamo di fronte a un’evanescente serie di promesse condite di ipotetici quanto aleatori investimenti, in cambio delle quali si chiedono ulteriori sacrifici ai dipendenti. Ma c’è di più, il piano prevede la chiusura totale di due redazioni storiche come Bologna e Firenze, un’ipotesi autolesionista alla luce delle vendite in quelle aree e del radicamento che da sempre la testata vanta in quelle regioni.
“Trovo inaccettabile – commenta il segretario della Asr, Paolo Butturini – che si prosegua nella strada di penalizzare una redazione già allo stremo dopo anni di ripetuti stati di crisi. Questo senza presentare un convincente piano industriale e soprattutto, senza che i soci di maggioranza o minoranza, si assumano la responsabilità di investire denaro fresco in una testata che ha tutte le caratteristiche per rappresentare un punto di riferimento per una vasta area culturale e politica del Paese.
Ancora una volta siamo alla pratica dei due tempi: prima i tagli e i sacrifici, sempre a carico dei soliti noti, poi gli investimenti. Peccato che l’esperienza ormai pluriennale, anche de L’Unità, ci insegni che la seconda fase non arriva mai. Il sindacato ha dimostrato in questi anni tutta la responsabilità necessaria, ma ora chiede con forza che ognuno faccia la sua parte e che i piani di rilancio siano concreti, realistici e misurabili”. Roma 2 maggio 2013

EDITORIA: SCIOPERA L'UNITA'; SOLIDARIETA' IN EMILIA-ROMAGNA

Contro "l'annunciata chiusura della cronaca di Bologna e dell'Emilia-Romagna del quotidiano
L'Unità" arriva la solidarietà del Pd, e non solo, ai giornalisti oggi in sciopero.
Il senatore Sergio Lo Giudice twitta la propria "solidarietà ai lavoratori dell'Unità in sciopero per il
rischio chiusura delle redazioni di #Bologna e #Firenze".
Il deputato Andrea De Maria esprime "preoccupazione per il venir meno di una voce libera ed autorevole", attenta "alleragioni del mondo del lavoro, che racconta quanto accade in una regione dove L'Unità, da sempre, registra il suo maggior numerodi lettori. Tutti si impegnino - esorta - perché si creino le condizioni affinchè L'Unità Emilia Romagna continui ad uscire".
Amara la satira di Luca Bottura, che twitta: "Grandi classici a l'Unità, buttano soldi e per risanare chiudono le
redazioni delle due regioni in cui vendono ancora". Per il capogruppo Pd in Regione, Marco Monari, l'annunciata chiusura "è una pessima notizia per il pluralismo dell'informazione di questo territorio e rischia di avere ripercussioni gravi su un gran numero di lavoratori e di collaboratori che hanno investito anni di impegno professionale nella realizzazione di un giornale che storicamente ha saputo raccontare i fatti di questa comunità in modo puntuale, prezioso e obiettivo. L'auspicio è che esistano, nel piano aziendale, ancora gli spazi per una ridiscussione".
Anche Radio Città del Capo di Bologna dedica un tweet all'Unità in sciopero. Appassionato poi l'appello del circolo Arcigay Il Cassero di Bologna: "C'è la nostra storia su quelle pagine, salvatele", scrive il consiglio direttivo, preoccupato per il 'rovinoso piano' presentato dall'editore ai sindacati, con la chiusura delle due 'cronache storichè', "la riduzione a 20 pagine del quotidiano e contratti di solidarietà al 50% per tutti i giornalisti. Basta sfogliare la nostra rassegna stampa, con oltre 30 anni di storia locale, per cogliere immediatamente il ruolo che il dorso bolognese de l'Unità ha giocato" per la comunità Lgbt. (BOLOGNA, 2 MAGGIO - ANSA)

SCIOPERO DE L'UNITA': SOLIDARIETA' DELL'ORDINE AI COLLEGHI

Nella ricorrenza della Giornata mondiale della libertà di stampa promossa dall'Unesco il Consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, riunito in seduta ordinaria, esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi dell'Unità in sciopero perché minacciati dalla drastica ristrutturazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. A loro, prima di tutto, va il nostro pieno e convinto sostegno.
La storica edizione dell'Emilia-Romagna, già in passato colpita da tagli, stati di crisi e 'pause' ricorrenti, rischia oggi la chiusura. 
Una situazione drammatica che si ripropone ciclicamente in termini sempre più pesanti. A Bologna rischiano il posto una decina tra redattori e collaboratori. Senza contare le decine di collaboratori esterni che non vedono pagati i loro pezzi da ormai troppi mesi.
La situazione generale dell'editoria certo non aiuta, ma l'ipotesi di chiusura dell'edizione bolognese in un'area storico-culturale come quella emiliano-romagnola ? secondo il Consiglio dell'Ordine ? va contrastata con ogni mezzo.  L'Ordine dell'Emilia-Romagna, preoccupato per il progressivo impoverimento del pluralismo informativo nella Regione invita gli organismi sindacali, Aser ed Fnsi, ad aprire un confronto vero per definire un piano di rilancio complessivo del giornale e scongiurare soluzioni drastiche e definitive che tagliano posti di lavoro e privano i lettori bolognesi della
cronaca locale. Venerdì 3 maggio 2013
Per il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna Il presidente Gerardo Bombonato

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