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Fnsi 25 Set 2002

“Nuovo Quotidiano di Puglia” il giudice reintegra dieci giornalisti licenziati da Caltagirone

“Nuovo Quotidiano di Puglia” il giudice reintegra dieci giornalisti licenziati da Caltagirone

“Nuovo Quotidiano di Puglia” il giudice reintegra dieci giornalisti licenziati da Caltagirone

Sette giornalisti professionisti e tre collaboratori sono stati reintegrati dalla magistratura del lavoro di Lecce nell’organico del “Nuovo Quotidiano di Puglia”, al termine di una vertenza giudiziaria durata oltre quattro anni, originata dall’anomala cessione della testata. La società editoriale, controllata da Franco Gaetano Caltagirone, è stata condannata a reintegrare i dieci giornalisti e a corrispondere loro tutti gli emolumenti arretrati dal giugno ’98 ad oggi. Nel dispositivo della sentenza, pronunciata dal Giudice del Lavoro di Lecce dottor Francesco Buffa, si legge testualmente: il giudice “…accerta che i rapporti di lavoro dei ricorrenti con la Edisalento sono proseguiti con Alfa editoriale dal giorno della cessione della testata Quotidiano e, per l’effetto, ordina l’immediata riammissione dei ricorrenti nel posto di lavoro (con la retribuzione già in godimento, e diritto ai successivi scatti di anzianità, con la qualifica, le mansioni e la sede di lavoro già assegnate) e condanna la resistente al pagamento in favore dei ricorrenti della retribuzione globale di fatto in godimento prima della sospensione del rapporto di lavoro con la Edisalento – oltre scatti di anzianità maturati dopo tale momento – con decorrenza dalla data tale sospensione fino al soddisfo (detratto quanto già corrisposto allo stesso titolo), oltre rivalutazione ed interessi sulle somme via via rivalutate con decorrenza dalla data di maturazione di ciascun diritto al soddisfo”. I dieci colleghi di Quotidiano (i redattori Tonio Attino, Roberto Guido, Vito Luperto, Massimo Melillo, Marcello Orlandini, Franco Sinisi, Marcello Tarricone e i collaboratori Cesare Bechis, Gregorio De Pascalis, Francesca Mandese) sono protagonisti di una vertenza che ha origine nell'anomala cessione d'azienda avvenuta nel giugno '98 tra l'Edisalento dell'ex ministro Signorile e l'Alfa editoriale del Gruppo Caltagirone. Da quel momento ai dieci giornalisti fu impedito di continuare a lavorare in redazione, anche quando nel dicembre ’98 il Tribunale del Lavoro di Lecce in via d’urgenza dispose il reintegro. Nel corso di questi quattro anni i giornalisti hanno dovuto subire provvedimenti vessatori e persecutori (ultimi in ordine di tempo: il trasferimento d’imperio nella nuova redazione di Bari e il “reintegro per ferie altrui” di due dirigenti sindacali) per aver avuto la sola colpa di chiedere il rispetto delle regole, del contratto e delle leggi. E tutto ciò nonostante più volte nel corso di questi anni il sindacato dei giornalisti avesse chiesto all'azienda di dare corretta e piena esecuzione alle disposizioni della magistratura del lavoro di Lecce. Dal '98 ad oggi, in sostanza, l'editore Caltagirone ha tentato di portare a termine una vera e propria ristrutturazione selvaggia, eludendo le ordinanze della magistratura, e discriminando quei colleghi che coerentemente hanno fin dal primo momento seguito e condiviso le indicazioni del sindacato regionale e nazionale, rifiutando di sottomettersi al regime della contrattazione individuale che portò al traumatico passaggio di proprietà di "Quotidiano", "in frode alla legge" e contro il sindacato come attestato dall’ordinanza passata in giudicato del luglio’98.. “Questa esemplare sentenza”, commenta il presidente dell’Associazione della Stampa di Puglia Felice Salvati, “è la dimostrazione della fondatezza delle posizioni del sindacato dei giornalisti e della necessità del rispetto delle regole in un settore cruciale quale quello dell’informazione, che non può e non deve essere lasciato al libero arbitrio degli editori. Per questo invitiamo l’editore Caltagirone ad abbandonare la linea oltranzista dello scontro e del muro contro muro. D’altronde un maturo sistema dell’informazione, basato sul rispetto della legalità e capace di adempiere al delicato compito di informazione e controllo, è indispensabile per assicurare la crescita civile e lo sviluppo del Mezzogiorno”. “Questa sentenza”, dichiara il vice-presidente vicario dell’Assostampa di Puglia, Roberto Guido, “mette fine ad una lunga serie di episodi di vessazioni, di abusi e di violazioni contrattuali messi in atto dall'editore Caltagirone e dalla pervicace volontà di evadere ogni tavolo di confronto con il sindacato dei giornalisti. C’è da augurarsi che l’editore Caltagirone (già condannato per ben due volte per comportamento antisindacale per vicende connesse a questa vertenza)”, conclude Guido, “si convinca a ripristinare nel Nuovo Quotidiano di Puglia un quadro di legalità e di rispetto delle regole contrattuali. Da parte sua il sindacato dei giornalisti esprime fin da ora la sua disponibilità ad aprire un confronto dialettico per rilanciare la testata e assicurare ai giornalisti che vi prestano servizio la necessaria autonomia professionale”. I dieci giornalisti di “Quotidiano” sono assistiti in giudizio da un pool di avvocati composto da Domenico D’Amati (del Foro di Roma), Luigi Renna, Nicola De Pietro (del Foro di Lecce) e Giuseppe Giordano (del foro di Brindisi).

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