Ancora minacce di morte a Carlo Verdelli, già costretto a una vita sotto scorta. L'account Twitter @machiavellico2 (poi rimosso) ha pubblicato venerdì 17 aprile un finto manifesto funebre che dà notizia della "cancellazione" del direttore di Repubblica, definito "odiatore quotidiano", riportando anche la data di morte: il 23 aprile 2020.
«Come ormai accade da mesi, l'odio contro il direttore e i giornalisti di Repubblica viaggia sui social network, veicolato da account anonimi. L'ennesimo episodio è purtroppo solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una lunga serie cominciata con minacce e intimidazioni provenienti da gruppi di estrema destra. Al direttore, al Cdr e a tutta le redazione va la solidarietà della Federazione nazionale della Stampa italiana. Ma gli attestati di vicinanza non bastano», rilevano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
«È necessario - aggiungono - che il ministero dell'Interno si attivi per risalire agli esecutori e ricostruire la linea dei mandanti delle intimidazioni a Verdelli, che sono attacchi alla libertà del giornale che dirige e alla libertà di informazione nel nostro Paese. La Fnsi ha chiesto di convocare una riunione tematica dell'Osservatorio per la sicurezza dei giornalisti istituito al Viminale per mettere a punto misure per arginare le minacce ai cronisti provenienti da gruppi di ispirazione nazifascista».
Il Cdr di Repubblica: «Massima vicinanza al direttore»
Ancora una minaccia di morte indirizzata al nostro direttore Carlo Verdelli. L'ennesima. Un'escalation di intimidazioni che hanno il chiaro obiettivo di condizionare il lavoro di Repubblica e dei suoi giornalisti. Il Cdr, nell'esprimere massima vicinanza al direttore, ribadisce ancora una volta che il giornale non ha paura e non si sottrarrà mai al dovere di garantire ai lettori un'informazione libera, corretta e indipendente.