Nuova lapide in via Livorno 20 a Roma in memoria del giornalista milanese di origine ebrea Eugenio Colorni, Eroe della 2^ guerra mondiale e medaglia d'oro al v. m., ucciso da militi fascisti nel maggio 1944.
E' la foto (tratta dal sito http://fondazionenenni.it/content/celebrazioni)
della nuova lapide in via Livorno 20 a Roma in memoria del giornalista milanese
di origine ebrea Eugenio Colorni, patriota ed Eroe della Resistenza, che qui fu
ridotto in fin di vita il 28 maggio 1944 da una pattuglia di militi fascisti
della banda Koch e due giorni dopo morì a 35 anni all'ospedale San Giovanni di
Roma. E' stata posta il 24 settembre 2014 dall'Assessore alla Cultura del
Comune di Roma Giovanna Marinelli, dal Presidente della "Fondazione
Buozzi" Giorgio Benvenuto, dal Presidente della "Fondazione Nenni"
Giuseppe Tamburrano e dal Presidente dell'ANPI di Roma Ernesto Nassi.
Eugenio Colorni, considerato uno dei massimi promotori del federalismo europeo
assieme ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, fu anche professore di lettere,
filosofo (grande studioso di Leibniz e Kant), scrittore e politico, e s'impegnò
politicamente contro il regime fascista, prima avvicinandosi al gruppo di
Giustizia e Libertà, poi al Partito Socialista. Partecipò alla stesura del
Manifesto di Ventotene, isola in cui viene confinato per oltre due anni dal
gennaio 1939 perché antifascista. Durante la Seconda Guerra Mondiale collaborò
con numerose testate: Il Convegno, La Cultura, Civiltà Moderna, Solaria e Rivista
di Filosofia.
Alla fine del 1941 fu inviato al soggiorno obbligato a Melfi, ma fuggì il 6 maggio
del 1943 e si rifugiò a Roma. Passato alla clandestinità si dedicò da latitante
nella capitale all’organizzazione del Psiup. Partigiano combattente, fu
decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria concessagli nel
1944 con la seguente motivazione: "Indomito assertore della libertà,
confinato durante la dominazione fascista, evadeva audacemente dedicandosi
quindi a rischiose attività cospirative. Durante la lotta antinazista,
organizzato il centro militare del Partito Socialista Italiano, dirigeva
animosamente partecipandovi, primo fra i primi, una intensa, continua e
micidiale azione di guerriglia e di sabotaggio. Scoperto e circondato da
nazisti li affrontò da solo, combattendo con estremo ardimento, finché travolto
dal numero, cadde nell'impari gloriosa lotta. Roma, 28 maggio 1944".
http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=5221).