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Il 7 dicembre presentazione del V rapporto di Carta di Roma
Carta di Roma 04 Dic 2017

'Notizie da paura', il 7 dicembre a Montecitorio la presentazione del V rapporto di Carta di Roma

Quanto e come i media italiani hanno raccontato le migrazioni e le minoranze nel 2017? In che modo tale narrativa ha influenzato la percezione di lettori e ascoltatori? Il giornalismo ha contribuito a contrastare o a promuovere i discorsi d'odio? Appuntamento alle 11 nella sala 'Aldo Moro'.

Giovedì 7 dicembre 2017, alle 11, la sala 'Aldo Moro' della Camera dei deputati ospita la presentazione del quinto rapporto annuale su media e immigrazione di Carta di Roma dal titolo  'Notizie da paura'. Quanto e come i media italiani hanno raccontato le migrazioni e le minoranze nel 2017? In che modo tale narrativa ha influenzato la percezione di lettori e ascoltatori? Il giornalismo ha contribuito a contrastare o a promuovere i discorsi d'odio? Questi gli interrogativi ai quali il rapporto, curato dall'Associazione Carta di Roma assieme all’Osservatorio di Pavia e in collaborazione con l'Osservatorio europeo per la sicurezza, proverà rispondere.

A presentare le tendenze rilevate e a confrontarsi su di esse saranno, Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma; Ilvo Diamanti, professore presso l’Università di Urbino e direttore di Demos; Paola Barretta, ricercatrice senior presso l’Osservatorio di Pavia; Corrado Augias, giornalista e scrittore; i commissari dell’AgCom Mario Morcellini e Antonio Nicita; Vincenzo Morgante, direttore TgR.

"Notizie da paura" è composto da 3 sezioni: analisi della carta stampata nazionale e locale; analisi dei telegiornali nazionali prime time (Rai, Mediaset, La7);  programmi di informazione e di infotainment.

Attraverso dati e casi di studio – anticipano i promotori – sono tracciate le principali tendenze del racconto di un anno in cui l'immigrazione è stata al centro del dibattito istituzionale e politico: dal costante confronto interno e internazionale sulla gestione dei flussi migratori, all’aumento dei toni allarmisti e ansiogeni e alla discriminazione; sino a una criminalizzazione degli attori protagonisti nella solidarietà.

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