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Osservatorio sui media 17 Mar 2014

Notizie da lsdi.it Libertà di Stampa Diritto all’Informazione

In primo piano

Giornalismo online, verso la ‘pace’ nella guerra culturale fra velocità e credibilità?

Per quasi due decenni il giornalismo è stato spaccato da una ‘guerra culturale’ ma oggi vanno emergendo nuovi scenari: con l’integrazione continua tra vecchio e nuovo, avremo forse un ibrido delle due scuole fondamentali del giornalismo? Nella perenne battaglia per conquistare pubblico e pubblicità, il concetto tradizionale di credibilità si rivela essenziale tanto quanto la velocità. E nonostante la retorica utopica del Web come meccanismo in grado di auto-correggersi, fare le cose bene fin dall’inizio si afferma come valore portante per tutti.
Sul numero di marzo/aprile della Columbia Journalism Review, Marc Fisher propone un ampio e interessante viaggio fra alcune testate online Usa, mettendo a confronto pratiche e opinioni di qualificati redattori della ‘vecchia scuola’ con quelle dei new media.  >>

Ordine dei giornalisti, ‘’facciamo cominciare il futuro’’

Il numero dei pubblicisti cresce in maniera costante. Ma al loro interno sono sempre di più i giovani giornalisti precari e indifesi, ingabbiati nel recinto di uno status – il pubblicismo – che consente agli editori di utilizzarli come forza lavoro a costi bassissimi.
Chiuse le porte delle redazioni, il pubblicismo è ormai diventato un canale di accesso alla professione: ma è un accesso a condizioni sempre più umilianti, sia sul piano dei redditi che su quello dei diritti e della identità professionale.
E’ una delle principali questioni alla base della proposta di riforma dell’ Ordine (un albo/un elenco dei ‘’giornalisti abilitati alla professione’’) messa a punto da ‘’Liberiamo l’ informazione’’, l’ area di opposizione alla gestione del Cnog da parte di Enzo Iacopino e dei suoi alleati. Da Art21 riprendiamo un intervento in risposta a una nuova proposta di Carlo Verna. >>

Anche Andreessen ha commesso degli errori (secondo Filloux)

L’ effetto scala che funziona con Google Maps o WhatsApp non funziona allo stesso modo per la nozione di ‘’rilevanza di un’ informazione’’, che può essere connessa a questioni di linguaggio, prossimità e cultura. E poi c’ è una sovrastima della frammentazione del mercato disponibile dell’ informazione.
Sono alcuni degli errori che, secondo François Filloux, commette Marc Andressen nel suo ’’ditirambo’’ sul futuro dell’ informazione giornalistica, che comunque il giornalista francese trova ‘’spiritoso e pieno di ritmo’’ anche se fortemente Usa-centrico o, meglio, anglofono-centrico e per certi versi ‘’pericolosamente semplicistico’’. >>

Tu chiamala, se vuoi, professione

‘’Questo lavoro sta cominciando a somigliare a quello dei poeti: bello, nobile, persino utile, ma quasi senza mercato’’. E’ Luca Sofri che usa questo paragone in un bell’ articolo (che consigliamo vivamente), intitolato ‘’A un giovane giornalista, o come lo chiameremo’’, dedicato a certezze e incertezze della ‘’professione’’: fra virgolette perché Sofri si chiede anche se non sia ‘’anacronistico persino chiamarla ‘professione’‘’.
L’ articolo dà conto di un pezzo sul New York Times (superconsigliato anche questo) in cui Margaret Sullivan, la public editor del giornale (il redattore incaricato di controllare la correttezza deontologica della testata nell’ interesse dei cittadini), mette insieme una serie di osservazioni ‘’su cosa sta cambiando nel mestiere dei giornalisti e nel ruolo dei media e di tutti gli enti che fanno informazione’’. >>

Editoria

EraSuperba, l’ elogio della lentezza

Continua l’ analisi del giornalismo online locale che avevamo iniziato con Mentelocale.it. Questa volta tocca a EraSuperba.it, un’ altra realtà genovese che cerca un modello di business funzionante per il giornalismo online. >>

''Caro Calabresi: chi è il prossimo innovatore a ‘La Stampa‘ ?''

Febbraio è passato e La Stampa non ha ancora annunciato il nuovo innovatore in redazione, nonostante si fosse letto che ci fossero molte candidature.
Caro Mario Calabresi, puoi dirci qualcosa in più? Dato che ci sono sono molti giovani giornalisti che potrebbero essere innovativi. >>

Media e potere

Per la prima volta gli Usa fra i ‘’nemici di internet’’ per RSF

Per la prima volta gli Stati Uniti sono stati inseriti nella lista dei Nemici di Internet stilata da Reporters sans frontières. Lo segnala il Washingtonpost, spiegando che l’ ‘’onore’’ è stato attribuito agli Usa per il suo programma di sorveglianza elettronica, che li ha fatti finire nella lista nera insieme ai paesi che tradizionalmente esercitano la più dura repressione nei confronti del web, come Cina, Iran e Russia. >>

Open Data Index 2013: Paesi occidentali in testa nell’ accesso ai dati pubblici

Stati Uniti e Regno Unito: questi due Pesi in testa alla classifica dell’ Open Data Index 2013 appena diffuso dalla Open Knowledge Foundation.
Basata su 700 dataset relativi a 10 diverse tematiche, la classifica indica “l’ apertura” di 70 Paesi rispetto alla disponibilità e l’ accesso ai cittadini di una varietà di dati governativi, dai trasporti pubblici alla gestione del budget. >>

La professione

Una grande risorsa da utilizzare i giornalisti non comunitari in Italia

E’ ‘’una nostra vittoria importante ma ora è necessario che tutti i Tribunali applichino fino in fondo il parere“.
E’ il commento di Paula Baudet Vivanco, segretaria dell’ Ansi sul parere del Ministero della giustizia secondo cui anche il cittadino non UE che soggiorna in Italia ha il diritto di diventare direttore responsabile di una testata giornalistica.
Una vittoria ottenuta soprattutto grazie alla campagna portata avanti dall’ Associazione Nazionale della Stampa Interculturale (ANSI), assieme ad UNAR (Ufficio Nazionale contro le discriminazioni razziste) e COSPE. >>

Un cittadino extracomunitario regolarmente soggiornante in Italia può diventare direttore responsabile di un giornale

L’Italia è sempre più una società multietnica in cui convivono cittadini italiani e cittadini stranieri. Anche nel mestiere del giornalista cominciano ad esserci sempre più colleghi che arrivano da culture e nazioni diverse e che vogliono diventare direttore responsabile di una testata. >>

Precariato, ma gli editori non sono i soli responsabili

La pagina Facebook del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino sta pubblicando in questi giorni delle immagini di scansioni digitali di documenti che riportano i compensi che vari editori propongono, o meglio dire impongono, ai giornalisti collaboratori.
Questo esercito di giornalisti è la vera spina dorsale produttiva dei giornali e degli organi di informazione dato che senza di loro non si produrrebbe più della metà dell’informazione in circolo in Italia. Dai documenti esce un mondo del giornalismo sempre più sfruttato e tiranneggiato attraverso forme contrattuali perennemente al ribasso, diverse fra loro come forma e sostanza. >>

Aids: Lila, il fallimento dei media

Come si comporta il mondo del giornalismo nei confronti dell’Hiv e dell’Aids?
Non troppo bene, stando a quanto dice Alessandra Cerioli, presidente della Lila, la Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, la quale sottolinea il grande ruolo che i media potrebbero avere invece in questa battaglia.
Da alcune settimane sul sito della Lila è possibile compilare il Questionaids. >>

Un blog pubblica i nomi di operai vittime di tumore. ’Il Piccolo’ attacca, violata la privacy. Polemica

Fin dove arriva il diritto di cronaca? Un quesito che ogni giornalista si pone, o dovrebbe porsi, ogni volta che si appresta a scrivere un articolo su questioni delicate che prevedono l’ uso dei cosiddetti dati personali, soprattutto quelli relativi a stato di salute e vita sessuale.
Proprio sullo stato di salute si basa una recente polemica triestina, nata tra un giovane blog di informazione, El Kanal, sito di informazione che si occupa di Trieste e aree limitrofe, e il quotidiano locale, Il Piccolo. >>

La formazione continua dei giornalisti: una grande risorsa da non gettare alle spine, per evitare un Odg Pacman

La formazione continua dei giornalisti italiani, partita dal primo gennaio 2014, potrebbe essere uno straordinario motore per ridare credibilità al futuro dei giornalisti e a una professione che per anni è stata distrutta e screditata da molti giornalisti e da gran parte degli organismi di settore. Uno strumento di cambiamento e di rinnovamento che da tempo avrebbe dovuto essere sviluppato per bene e non considerato un male necessario. >>

Rassegna italiana
La pietra tombale sul giornalismo freelance (e altre segnalazioni) >>

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