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Osservatorio sui media 24 Mar 2014

Notizie da lsdi.it Libertà di Stampa Diritto all’Informazione

In primo piano

Si può misurare l’ impatto del giornalismo sulla società? Negli Usa ci provano

Si può misurare l’ impatto che una campagna giornalistica ha sulla società? Una campagna ha più successo se porta a una nuova legge o se induce dei cambiamenti profondi nei coimportamenti dei cittadini? Negli Stati Uniti il dibattito su questo agomento è molto avanti, come dimostra una analisi (di cui riportiamo ampi stralci) di Lindsay Green-Barber, che su NiemanLabs presenta delle prime ipotesi di metrica, mentre il Center for Investigative Reporting sta cercando di creare una comunità nazionale di analisi e pratica intorno all’ impatto mediatico.
Il giornalismo nonprofit si avvia infatti a diventare uno dei modelli principali dell’ informazione giornalistica negli Usa e la questione dell’ impatto ha una grossa rilevanza: riuscire a determinare e a quantificare i cambiamenti che una inchiesta, una campagna giornalistica può avere sull’ attività politica e sul dibattito culturale del paese può infatti condizionare notevolmente la contrattazione fra testate e finanziatori. >>

La storia “dell’ unico giornalista detenuto nel mondo occidentale per aver fatto il suo mestiere”

L’ ultima condanna ai danni di Roger Shuler, 57enne blogger-giornalista dell’Alabama, è del 15 marzo (90 giorni di reclusione) per resistenza a pubblico ufficiale: il 23 ottobre scorso, si era opposto ai poliziotti che erano giunti a prelevarlo a casa sua con l’ accusa di oltraggio alla Corte. La sentenza è stata sospesa per due anni, ma Shuler – l’ unico giornalista che, secondo il CPJ (Committee to Protect Journalists), è in galera nel mondo occidentale solo per aver svolto la sua attività – dovrà pagare comunque le spese processuali e rimane in carcere per la precedente vicenda.
Tutto risale al suo mancato rispetto dell’ingiunzione di un giudice a rimuovere dei post dal suo blog (Legal Schnauzer) che accusavano Rob Riley, figlio dell’ex governatore dell’Alabama Bob Riley, di aver avuto un affaire extra-matrimoniale. Ingiunzione che secondo molte fonti è del tutto incostituzionale, essendo questo un chiaro caso di “free speech”, protetto dal Primo Emendamento. >>

Media e potere

Quel terribile 1994, cinque giornalisti italiani uccisi.
Il premio Luchetta compie 10 anni e ricorda anche Sasa Ota e Dario D’ Angelo

Giunto alla sua undicesima edizione, il Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta festeggia i suoi primi dieci anni con due grandi novità: la possibilità di partecipare anche con articoli pubblicati sul web e una tre giorni di festival giornalistico a Trieste.
Dal primo al 3 luglio incontri e dibattiti sul tema dei ‘diritti’.
La ”Fondazione per i bambini vittime delle guerre’’. >>

Alpi-Hrovatin: via il segreto di Stato sugli atti

Il via libera alla desecretazione di documenti relativi agli omicidi di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, avvenuti a Mogadiscio esattamente 20 anni fa per opera dei miliziani locali, potrebbe dare nuovo impulso all’ inchiesta sulla tragica fine dei due inviati del Tg3.
L’ annuncio dell’ avviamento delle procedure per la desecretazione degli atti è stato dato alla Camera dal sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Sesa Amici. >>

Alpi-Hrovatin: dopo 20 anni continua a crescere la richiesta di verità

Il 20 marzo 1994 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vennero uccisi a Mogadiscio da un commando somalo.
A venti anni di distanza il duplice omicidio verrà ricordato con una serie di iniziative, e, soprattutto, nell’ ambito della ventesima edizione del Premio Giornalistico “Ilaria Alpi”, evento che ogni anno testimonia la voglia e la necessità di fare giornalismo vero.  >>

La professione

Chi gestisce un blog non è responsabile dei commenti: il caso del ‘’Perbenista’’

Il gestore di un blog non è responsabile dei commenti che vengono inseriti dai lettori: la Corte di Cassazione ha così motivato la sentenza con la quale ha annullato il sequestro del sito Il Perbenista, provvedimento che era stato preso in seguito a un querela.
« Il Perbenista – spiega Marco Belviso, giornalista e blogger, responsabile del sito – è un blog attivo ormai da diversi anni e si occupa di denunciare quelle che a nostro avviso sono gli eccessi della casta e della pubblica amministrazione entrando nei palazzi e cercando di capire ciò non va, sempre con la consulenza di alcuni avvocati che ci aiutano in queste ricerche». >>

Privacy: i documenti al centro delle polemiche sulla deontologia dei giornalisti

Il Garante della Privacy aveva avviato nell’ agosto 2013 i lavori per l’ adozione di modifiche e integrazioni al codice di deontologia sulla privacy dei giornalisti. Un testo è ora stato inoltrato al vaglio del Consiglio nazionale dell’ Ordine che lo esaminerà nel corso della prossima riunione (25-27 marzo).
In questi giorni Caterina Malavenda uno dei più apprezzati, competenti e stimati esperti di diritto, giornalismo e informazione ha scritto una lettera sul tema al direttore del Corriere della Sera. E l’ Unione nazionale cronisti ha diffuso una nota piuttosto critica.
Ai due documenti ha risposto il Garante Antonello Soro.
Lsdi pubbica tutta la documentazione. >>

La Rete


Come rafforzare libertà d’espressione e innovazione su Internet?

E' il tema della Knight News Challenge, una “open call for ideas” mirata a migliorare Internet come piattaforma aperta ed equa per la libertà di parola, il commercio e lo scambio delle idee.
Chiunque può segnalare progetti meritevoli, purchè mirati all’innovazione e alla condivisione, non solo a livello high-tech ma anche e soprattutto nel campo di giornalismo, ricerca, istruzione e quant’altro. >>

Libertà di parola anche per i razzisti più violenti? Il caso Messaggero Veneto

Fin dove può essere tollerata la violenza verbale sui social network? Fin dove è giusto lasciare lo spazio ai commenti su Facebook se questi si trasformano in veri e propri attacchi di stampo razzista? La questione è discussa da tempo e un recente episodio fa tornare in primo piano la questione. >>

Giornalismo da esportazione

”Quello di cui abbiamo bisogno sono le idee. L’informazione è un prodotto e si può vendere. Le idee si vendono, non c’è niente di male nel riuscire a vendere l’ informazione, quando è di qualità”.
Quando li abbiamo conosciuti i colleghi di Fuori Per Servizio, azienda giornalistica digitale milanese, faceva caldo: eravamo a Firenze e provavamo a fare la prima edizione (meglio conosciuta come numero zero) di Digit... >>

Quando un selfie ti segna (in male) il destino

Il vecchio selfie. Nato il 13 settembre del 2002 su un forum australiano, il termine è cresciuto fino a diventare qualcosa di molto rilevante, tanto che l’ Oxford Dictionary lo ha nominato parola dell’ anno per il 2013.
Per alcuni, come il regista americano e fondatore dei Webby Award, Tiffany Shlain, il selfie ci avrebbe dato un punto di vista completamente diverso sul mondo. Altri invece – racconta su Memeburn Stuart Thomas – vedono l’ ascesa del selfie come frutto della natura narcisistica dei millenial, i nati fra gli anni ’80 e i primi del 2000.
Ma per alcune persone i selfie sono stati solo una cattiva idea. Il giorno che ne hanno scattato uno ha segnato il loro destino. >>

Rassegna italiana

Dai social media ai media intelligenti (e altre segnalazioni)  >>

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