In primo piano
Il deep web, una grande risorsa anche per i giornalisti
Fabio Sanvitale, giornalista investigativo e scrittore, esperto di storici casi di cronaca nera italiana e internazionale, ha realizzato per il sito Cronaca-nera.it una ampia inchiesta sul web nascosto. Gli abbiamo chiesto di farne una sintesi per i lettori di Lsdi e di spiegare gli strumenti di base per cominciare a muoversi nel deep web >>
Storia di un giovane giornalista emigrato (ma smanioso di tornare)
L’ Italia ‘’mi ha voltato le spalle senza ripensamenti, non ha fatto nulla per trattenermi, mi ha prima illuso (facendomi girare come un trottola di stage in stage mai retribuiti) e poi tradito (negandomi un contratto di lavoro dopo avermi puntualmente spremuto senza riserve), mi ha affidato al Canada – volo solo andata – senza battere ciglio. Il Paese degli aceri, invece, mi ha accolto a braccia aperte, mi ha restituito la fiducia in me stesso, mi ha fatto sentire importante e capace, mi ha fatto crescere, facendomi diventare più maturo e responsabile, oltre che un giornalista professionista, di nome e di fatto’’.
Da Frascineto (Cosenza), via Roma, a Montréal, in Québec. Da stagista senza sbocchi a caporedattore del ‘’Cittadino canadese’’. Sedotto, ma non conquistato. >>
L’ esercito dei “quasi giornalisti” del web
Nell’ odierno ecosistema dell’ informazione, tutti possono trovare pubblico e attenzione, o almeno provarci.
Teoricamente, nel mondo dei bit è finito il predominio dei grandi editori o delle testate tradizionali: l’ etichetta di “new media” abbraccia blogger e aziende, enti non-profit e siti sparsi. Come spiega il noto autore e docente Clay Shirky, “la produzione editoriale non è più un’industria, ma un pulsante sul web“.
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‘’Boxino morboso’’ e fotogallery, serbatoi di stereotipi sessisti nel giornalismo sportivo online
Il lato B della pallavolo, l’ inno del Corinthians suonato da una pianista sexy, lo streap di Marika Fruscio, soubrette napoletana che, sulla scia di Sabrina Ferilli, si è esibita in video alla vigilia di Roma-Napoli dell’ ottobre scorso, i sexy-pronostici della ‘’Cremaschina’’.
L’ informazione sportiva è un grosso serbatoio di stereotipi sessisti e Mara Cinquepalmi, giornalista esperta di Data journalism e responsabile della rete GiULiA – Giornaliste Unite Libere Autonome – per l’ Emilia-Romagna, lo denuncia in un blog che analizza il modo con cui l’informazione sportiva racconta le donne – non solo le atlete – e come le donne compaiono sui giornali sportivi. >>
Editoria
Continua il declino dei ricavi nonostante la crescita di nuovi canali di entrate
Il fatturato totale del giornalismo americano è diminuito di un terzo dal 2006, secondo una nuova ricerca del Pew Research Center. E si è anche notevolmente modificata la composizione del fatturato (63-65 miliardi di dollari di ricavi nel 2012 per stampa, online e radiotelevisione), con la pubblicità in calo e le entrate dal pubblico, ad esempio sotto forma di abbonamenti, in crescita. Così come sono cresciute le entrate non tradizionali – servizi di marketing digitale, organizzazione di eventi, contributi di Fondazioni, investimenti: sono quadruplicate dal 2006, anche se restano una fetta ancora piccola della torta. >>
Online: il ‘’tutto gratis’’ resta il modello preferito
La disponibilità a pagare per l’ informazione online resta estremamente ridotta. Lo conferma un altro sondaggio, compiuto questa volta nel Regno Unito, secondo cui l’ 82% degli utenti di internet non hanno mai pagato per accedere a contenuti giornalistici negli ultimi 12 mesi e il 70% non sarebbe assolutamente disposto a farlo, mai.
I dati emergono da uno studio condotto dal London Press Club attraverso la piattaforma YouGov, spiega eMarketer.com. >>
Un Hackathon per progettare il giornale digitale del futuro
Sabato 12 e domenica 13 aprile a Milano al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia si svolgerà un Hackathon : fra esperti del settore editoriale digitale per cercare di sviluppare nuove idee e concept editoriali per il giornale del futuro. L’hackaton è curato da D-Share in collaborazione con Wired è verrà pilotato da Alessandro Vento, fondatore e amministratore delegato di D-Share. >>
Data journalism
‘’Migrant files’’, un nuovo, grande progetto
Un team internazionale di 10 giornalisti di sei diversi paesi ha messo a punto, utilizzando strumenti di giornalismo dei dati, il più vasto monitoraggio delle migrazioni attraverso il Mediterraneo che sia mai stato realizzato.
Il lavoro, pubblicato sul sito online dell’ Espresso col titolo ‘’Migranti, la guerra del Mediterraneo’’ e su DataNinja (’’Mar mediterraneo, tomba dei migranti’’ ), calcola in oltre 23.000 le persone morte in 14 anni nel tentativo di raggiungere l’ Europa. In pratica iol 50% in più rispetto alle stime ufficiali. >>
Data journalism e iperlocale. A Oakland un sito sulle brutalità della polizia
Mathew Ingram, su Gigaom, racconta un interessante tentativo di utilizzare dati pubblici per denunciare un grosso problema sociale, la brutalità della polizia di una grossa città della California, coniugando data journalism e giornalismo iperlocale.
Si tratta di Oakland Police Beat, un progetto messo a punto dalla testata online Oaklandlocal che, basandosi su statistiche e documenti processuali disponibili pubblicamente, ha realizzato un database relativo ai comportamenti scorretti e brutali della polizia a Oakland, in California, una metropoli nella zona est della Baia di San Francisco, che ha registrato un alto tasso di episodi molto gravi sul piano della lesione dei diritti civili. >>
Media e potere
La gaffe del ‘Twitter cubano’ al crocevia tra media e potere
La mattina di giovedì 3 aprile la twittersfera anglofona (e poi quella spagnola) è stata scossa da una notizia clamorosa: il tentativo di creare una sorta di “Twitter cubano” da parte del governo Usa, finalizzato ad attizzare il dissenso politico.
Una dettagliata ricostruzione dell’ Associated Press – basata e verificata su oltre 1.000 pagine di documentazione esclusiva – chiariva di una rete di comunicazione testuale mirata a minare il governo comunista cubano, portata avanti nel periodo 2009-2012 da aziende-prestanome e tramite i fondi di banche straniere. >>
La Rete
Zuckerberg cede all’ anonimato?
La rigidità con cui il cofondatore di Facebook Marc Zuckerberg ha sempre difeso l’ obbligo della ‘’vera identità’’ sul suo network sta cominciando ad incrinarsi. Lo segnala Mathew Ingram su Gigaom, aggiungendo che, a suo parere si tratta di ‘’una buona cosa’’. >>
Rassegna italiana
Comunicazione politica: il linguaggio delle riforme (e altre segnalazioni) >>