In primo piano
Giornalismo: l’eterna contraddizione fra monetizzazione e traffico
Su The Atlantic una interessante analisi di James Fallows sul difficile, e sempre instabile, equilibrio fra i costi di produzione e l’impostazione editoriale sulla qualità dei contenuti. Lustrini o sostanza?
>>
Gli umani “twittano” meglio dei robot, secondo le grandi testate Usa
La National Public Radio (NPR), la rete pubblica radiofonica statunitense, ha fatto in questi giorni un esperimento, assegnando a un redattore umano l’incarico di curare sui social network i messaggi che di solito vengono lanciati in automatico. Risultato? Un aumento del 45% per cento nel numero di “retweet” e quasi 100.000 clic in più sui link pubblicati rispetto alla settimana precedente.
Lo racconta il sito spagnolo 233grados.com, riprendendo anche un’analoga iniziativa del Nieman Lab.
>>
I dati possono salvare il giornalismo? “Buzz Feed”, “Vocativ” e il “New York Times” pensano di sì, ma la strada è lunga
Che si considerino gli ultimi arrivati tecnologici oppure i mezzi di comunicazione di massa della vecchia guardia, emerge una chiara tendenza: i dati stanno rapidamente cambiando il modo in cui i giornalisti raccontano le cose.
Questo cambiamento è divenuto più limpido la scorsa settimana, quando i giornalisti dei nuovi mezzi di comunicazione, Vocativ e BuzzFeed si sono uniti a quello di The New York Times per discutere come il giornalismo dei dati stia avendo impatto sulle redazioni e perché sia divenuto un trend così dominante dei mezzi di comunicazione.
>>
Neanche i paywall potranno risolvere la crisi dei giornali
’I paywall non potranno essere una “correzione tecnica” né nel fornire un business model efficace, né nel salvare l’industria dei giornali dalla stagnazione in cui si trova. Certo, diverse soluzioni a pagamento di questo tipo possono far fruttare buoni risultati e diversi livelli di successo, ma quello che ancora occorre veramente per garantire un futuro alle news è un sistema di supporto per il giornalismo di qualità, che non può essere completamente basato sul mercato’’.
E’ la conclusione di uno studio pubblicato su Digital Journalism, di cui il sito dell’ European Journalism Observatory (Ejo) pubblica un’ ampia e interessante sintesi.
>>
La professione
Formazione obbligatoria dei giornalisti. La curia triestina contro l’ Ordine, crociate e polemiche
I corsi di formazione obbligatoria dell’Ordine dei Giornalisti? Uno strumento per l’ indottrinamento di regime, un pericoloso mezzo per costringere i giornalisti a seguire una perversa ideologia che vorrebbe equiparare eterosessuali, omosessuali, bisessuali e transessuali. La spaventosa longa manus della lobby LGBT emerge minacciosa e nessuno si erge a difesa dei valori naturali e tradizionali. L’attacco arriva dalle pagine del settimanale cattolico della diocesi di Trieste Vita Nuova e dal suo direttore Stefano Fontana, mentre l’Assostampa del Friuli Venezia Giulia esprime la sua solidarietà ai colleghi dell’Ordine regionale che respinge le accuse.
Ricostruiamo qui la vicenda dando la parole al direttore della rivista e al presidente dell’Ordine.
>>
Internet e la Rete
Internet: 40 mappe ne ricostruiscono la storia su Vox
Thimoty B. Lee pubblica su Vox 40 mappe che aiutano a capire come è nata Internet, come si è voluta e come viene usata dai cittadini di tutto il mondo.
La ricostruzione parte dai tempi di Arpanet (dicembre 1969), ne racconta l’ espansione e internazionalizzazione, passa per la nascita dell’ Internet vera e propria (1992) e si conclude con una mappa sulle varie lingue usate nella Rete sulla base del flusso dei tweet.
>>
Media e potere
5 giugno: riprendiamoci la privacy!
Giovedì 5 giugno, primo anniversario delle rivelazioni di Edward Snowden che hanno portato allo scandalo del Datagate, si è tenuta una giornata di attivismo e sensibilizzazione contro la sorveglianza di massa e a difesa della privacy su Internet.
Denominata Reset the Net, l’iniziativa era coordinata dalla coalizione Usa Fight for the Future, che include varie aziende hi-tech e testate (da Reddit a DuckDuckGo a Boing Boing) e le maggiori associazioni a difesa dei diritti civili e oltre (tra cui Amnesty International e Greenpeace).
>>
La pubblicità
Cresce la pubblicità sui social, ma non al ritmo che si ipotizzava
Gli investimenti pubblicitari sui social network – compresi display, search, video e altre forme di annunci che appaiono all’ interno di siti social, social games e social app – raggiungerà quest’ anno, in Europa Occidentale, i 2,54 miliardi di dollari, ossia l’ 8% della spesa pubblicitaria digitale globale, con un aumento di oltre il 21% .
Una crescita ancora maggiore si registrerà nel 2015, quando raggiungerà il 9,1% di tutta la spesa pubblicitaria.
I dati vengono da un nuovo rapporto di eMarketer
>>
Segnalazioni
Internet delle cose (ed altre segnalazioni)
>>