In primo piano
Quotidiani: senza risorse sufficienti dal digitale, mediocrità e declino
Stampa e digitale insieme stanno accrescendo il pubblico per i giornali, a livello globale, ma i ricavi digitali non tengono il passo, creando un rischio per le imprese editoriali e per le società a cui si rivolgono. È quanto spiega il Rapporto annuale World Press Trends, presentato a Torino nell’ ambito del 66° Congresso mondiale dei quotidiani promosso dall’ Associazione mondiale degli editori di giornali (Wan-Ifra).
“Se non riusciamo a risolvere il problema delle entrate, e raccogliere risorse sufficienti per fare in modo che i giornali possano svolgere il loro ruolo sociale, la democrazia sarà inevitabilmente indebolita”, ha detto Larry Kilman, segretario generale della WAN-IFRA.
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Teatro-giornalismo per spiegare l’economia
Il teatro può essere uno strumento molto efficace per fare del giornalismo di approfondimento, per “rappresentare’’ una vicenda, una questione, un nodo, un fatto emblematico.
Possiamo chiamarlo “giornalismo di ricostruzione’’, riflessione attraverso il linguaggio teatrale che, propriamente, è ricostruzione e interpretazione, su fatti noti e aspetti meno noti: il punto d’incontro, insomma, è nella funzione civile che teatro e giornalismo hanno assunto fin dalle loro origini, orientati come sono alla consapevolezza dei cittadini.
Una esperienza molto interessante in questo campo è lo spettacolo Pop Economix Live Show, realizzato nell’ ambito di un progetto di racconto teatrale della grande crisi economica del 2008.
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Nuovi siti web: è solo questione di metodo
Una singolare differenza fra le vecchie testate giornalistiche e i nuovi siti che stanno emergendo, soprattutto negli Stati Uniti, è che questi ultimi non si differenziano fra di loro per l’ area di copertura, ma, al contrario, per il metodo di copertura.
Lo segnala, su The Atlantic, Alexis C. Madrigal in un articolo dal titolo ‘’Method Journalism’’, spiegando che di fatto non esiste nemmeno più un’ area di copertura e che la distinzione quindi avviene non sul cosa ma sul come.
E’ molto interessante la sua analisi, perché segnala uno dei cambiamenti più significativi di questa fase dello sviluppo del giornalismo: la costruzione di siti attorno a nuovi linguaggi e nuove tecniche narrative. E perché indica anche il rischio di pensare ai contenuti solo come a delle forme, a dei metodi.
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Spazi fluidi, una ricerca sull’ informazione digitale in Toscana
Un piccolo/grande evento va in scena a Firenze martedì prossimo. E’ un evento di nicchia, almeno così in molti lo definirebbero.
Un evento dedicato ad un mondo in divenire: la rete. Un mondo che ha a che fare con l’informazione ma anche con la comunicazione.
Un mondo fatto di professionisti ma dove abbondano i contributi dal basso, dei cittadini comuni, quelli oramai da tutti universalmente definiti: citizen journalist.
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La professione
Arriva l’era del ’giornalismo dopo Snowden’
Interessante iniziativa del Tow Center for Digital Journalism in collaborazione con la Columbia Journalism Review: una serie di eventi e ricerche sulle conseguenze delle rivelazioni di Snowden nel mondo dell’informazione.
Denominato “Journalism After Snowden”, il progetto ha la durata di un anno e partirà il 18 giugno a San Francisco, con una serata pubblica centrata su ospite di tutto riguardo, Glenn Greenwald.
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Editoria
Spunti sul processo di innovazione nel giornalismo
Una serie di spunti interessanti emergono dalla lettura di tre post che ''Il futuro dei periodici'' ha dedicato in questi giorni al problema del cambiamento e dell’ innovazione nel campo del giornalismo.
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Dal web alla carta, per superare la crisi esistenziale del soffocamento da contenuti
'’Basta clic. Siediti. Leggi. Rilassati’’. E’ lo slogan di PaperLater , una startup londinese che salva gli articoli online, i post e le pagine web che il cliente ha indicato e li impagina in un magazine, stampandolo su carta riciclata e recapitandolo a casa dell’ utente in 3-5 giorni. A un prezzo di 4,99 sterline (7,13 euro).
Lo segnala il Washington Post, spiegando che può essere un’ idea allettante in un mondo in cui il flusso di contenuti comincia a provocare una situazione di caos, dove molte persone controllano il cellulare ancora prima di alzarsi dal letto, in cui vengono fatte più di 18 miliardi di ricerche in un mese e in cui Buzzfeed ha scritto non meno di 22.500 articoli sui gatti.
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Media e potere
Expoleaks, una piattaforma per segnalare in modo anonimo illeciti e corruzione legati all’ Expo
Una piattaforma web indipendente di whistleblowing anonimo dedicata a raccogliere segnalazioni su episodi di corruzione legati alla realizzazione di Expo 2015, l’ esposizione universale di Milano del prossimo anno.
E’ Expoleaks, una iniziativa lanciata dal centro di giornalismo di inchiesta IRPI (Investigative Reporting Project Italy), sull’ onda dell’ ennesimo scandalo di malagestione delle opere pubbliche, che a marzo ha portato a 7 arresti. Un progetto ”che fonde giornalismo e tecnologia per favorire la trasparenza e contrastare la corruzione che danneggia l’imprenditoria onesta e la cosa pubblica’’.
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La Rete
Instagram, una miniera di contenuti per i giornalisti
Duecento milioni di utenti attivi; 60 milioni di foto scaricate al giorno; 1,6 milioni di ‘like’ ogni 24 ore.
Sono alcuni dei dati sul flusso di Instagram forniti da Sarah Marshall, social media editor e collaboratrice del Wall Street Journal, sul suo omonimo blog in un articolo dedicato al contributo che la piattaforma può dare al lavoro dei giornalisti, ‘’Instagram for journalists’’. Una serie di appunti raccolti dopo una conversazione con Will Guyatt, uno dei dirigenti di Instagram.
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Pubblicità
Pubblicità online: il grosso degli investimenti finisce a Google, Facebook e Yahoo e non al giornalismo
Ma secondo uno studio i rendimenti sul ‘search’ sono negativi
Dollari per la stampa, decimi per il web e centesimi per il mobile. In sintesi estrema è questo il principale problema che si trova davanti il giornalismo contemporaneo. Almeno secondo Megan McArdle, che su Bloombergview descrive lo stato del settore dal punto di vista della pubblicità.
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Segnalazioni
La “Reader experience” e quel muro (da abbattere) in redazione (e altre segnalazioni)
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