In primo piano
Jarvis 1 / Finita l’era dei mass media, come sarà il giornalismo?
Il primo di una serie di cinque articoli che Jeff Jarvis ha pubblicato nelle settimane scorse su Medium.com. Costituiscono parte (circa un terzo) di un ampio saggio (in uscita a ottobre) a cui il giornalista e scrittore statunitense – uno dei punti di riferimento del dibattito internazionale sull’evoluzione dell’ecosistema mediatico – sta lavorando per indagare in profondità, come spiega lui stesso, su “nuovi tipi di relazione, nuove forme e nuovi modelli economici per il giornalismo di domani”.
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Jarvis 2 / Il giornalismo non è fornire contenuti ma servizi
Nel secondo dei cinque articoli di cui Lsdi sta curando la traduzione, Jeff Jarvis analizza la natura profonda del avoro giornalistico, che oggi soprattutto non riguarda – come si è sempre creduto – solo la produzione di contenuti, quanto piuttosto la realizzazione di un servizio ai cittadini: la costruzione di una comunità in cui ciascuno rende più informati gli altri.
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Jarvis 3 / Il nuovo ecosistema dell’ informazione e la costruzione delle Reti
Nel terzo dei cinque articoli di Jeff Jarvis di cui Lsdi sta curando la traduzione, il giornalista e studioso americano analizza la formazione dei nuovi ecosistemi informativi, con il progressivo indebolimento dei media tradizionali e dei loro monopoli/oligopoli in mercati dominati dalla scarsità e l’ arrivo sulla scena di numerosi nuovi protagonisti in uno scenario in cui domina l’ abbondanza. Un sistema brulicante e disorganizzato che deve essere razionalizzato mettendo tutti gli attori in rete per potenziare la nuova offerta di informazione giornalistica. Un processo in cui anche le vecchie testate dovrebbero essere coinvolte e ricavarne benefici per la sopravvivenza.L’ esperimento del New Jersey News Commons.
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Editoria
Dubbi e speranze per il futuro digitale dei giornali europei
Quotidiani cartacei in crisi sparata e forti tagli redazionali, bilanci in rosso e promesse digitali ancora incompiute. Questo il preoccupante quadro odierno del giornalismo mainstream che accomuna Usa (–10,3% di copie vendute) ed Europa (–23%). Diversamente, va notato, da Asia, MO/Africa, America Latina, con, rispettivamente, +6,7%, +7,5%, +6,3%.
Ovvero: è possibile superare l’impasse attuale grazie al digitale? E quali le possibili strategie vincenti nell’Europa odierna?
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Lunga vita al formato giornale su carta, secondo Reuters
Il Reuters Institute for the Study of Journalism ha diffuso l’edizione 2014 del Digital News Report, basato su sondaggio svolto nel febbraio scorso da YouGov su 18mila netizen in Germania, Francia, Italia, Spagna, Brasile, Giappone, Danimarca, Finlandia, Stati Uniti e Regno Unito. Nel complesso si espande la combinazione tra social media e dispositivi mobili, diventano più pronunciate le differenze tra giovani e meno giovani, e vanno emergendo anche siti-testate di tipo nuovo insieme ad esiti divergenti sulle news a pagamento (paywall, premium, ecc.). Mentre le vendite dei quotidiani nei 10 Paesi sono rimaste al livello dell’anno scorso.
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La professione
In viaggio a piedi da Londra a Trieste per un reportage ‘classico’ sulla Grande guerra
Nicolò Giraldi e il suo progetto (Giro nella storia) sono la dimostrazione che è ancora possibile fare del giornalismo classico e scrivere ottimi reportage andando sui luoghi, incontrando le persone e raccontando quello che si vede con i propri occhi.
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Data journalism
World data cup, sfida di dati ai calci di rigore
Pil, disoccupazione, libertà di stampa, burocrazia. E se fossero questi i parametri, anzi i palloni, con cui le Nazionali si sfidassero negli stadi brasiliani? Questa la curiosità che ha mosso il team di giornalisti, sviluppatori e grafici del team Viz&Chips per la realizzazione di World Data Cup, primo lavoro di data journalism per il quotidiano La Stampa.
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Media e potere
Minacce e censure ai media indipendenti in Serbia, allarme dell’ Osce
Libertà di stampa minacciata e censura da parte del governo serbo: negli scorsi giorni un incontro organizzato dal collettivo BlogOpen-Close a Belgrado ha portato all’ attenzione i seri problemi che attanagliano il mondo dell’ informazione del paese balcanico sul quale l’ Osce – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, aveva già puntato l’attenzione nel novembre 2012 sottolineando come Belgrado non avesse fatto nessun progresso per la libertà dei media
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Segnalazioni
Undici agenzie internazionali firmano un accordo con Wikipedia (e altre segnalazioni)
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