Nomina cda Rai. Serventi: “Ribadisco che il nuovo sistema rafforza il ruolo diretto dell’esecutivo”
Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Ringrazio il Ministro Gasparri per l’attenzione polemica. Amando la verità e non le falsità ribadisco che il meccanismo di nomina del Consiglio d’Amministrazione della Rai, dalla elezione dei nove componenti del cda da parte dell’assemblea dei soci (oggi sarebbero tutti rappresentanti del Governo), alla nomina del rappresentante del Ministero dell’Economia nel cda alla presentazione di una autonoma lista di candidati da parte del rappresentante del Governo, sia pure in base ad una determinazione dei Presidenti delle Camere (entrambi espressioni di una maggioranza parlamentare) rafforza oggettivamente il ruolo diretto dell’esecutivo. Ciò mentre oggi la nomina del cda è di totale pertinenza del Presidente del Senato e del Presidente della Camera. Se proprio Gasparri lo vuole sapere, ritengo preferibile, e di maggiore garanzia, l’attuale sistema. Se poi si vuole ragionare e discutere con serenità del disegno di legge, senza richiamarsi a “tecniche” di altri tempi che non conosco, siamo ovviamente disponibili come dimostreremo nell’audizione alle Commissioni Cultura e Trasporto della Camera il 3 dicembre prossimo.” Segue notizia Ansa Rai: Gasparri, Serventi si arrampica sugli specchi Ministro insiste, ddl non prevede che governo nomini cda 19 novembre 2002. ANSA - ''Un classico esempio di chi usa molte parole per arrampicarsi sugli specchi e cercare di coprire le falsità''. E' la dura controreplica del ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, al segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, sui criteri di nomina del Cda Rai contenuti nel ddl di riforma dell'emittenza. ''Credo che anche Serventi Longhi, leggendo il testo della mia proposta - ha affermato Gasparri - capisca che questa non conferisce alcun potere, in nessuna fase, al governo in materia di designazione del consiglio di amministrazione della Rai. Questo vale sia per oggi, quando l'azienda presenta una veste totalmente pubblica, e sia per quando verrà avviato il processo di privatizzazione. I consiglieri, come si legge chiaramente nella ddl, vengono indicati con atto dei presidenti di Camera e Senato e comunicati all'assemblea, senza alcun potere di influenza, dal rappresentante del Tesoro. Inoltre, il presidente scelto nel Cda dai consiglieri, diventerebbe efficace, e quindi ufficiale, solo dopo un voto della commissione parlamentare di vigilanza, che si esprimerà con la maggioranza di due terzi''. ''Il governo e la maggioranza - continua il ministro - secondo la mia proposta si spogliano di qualsiasi potere. Capisco che a Serventi Longhi costi dover ammettere di aver fatto osservazioni false. Ma questi restano i fatti. Quello che è riportato nella mia proposta può essere da tutti compreso. Perfino da Serventi Longhi. Altro, invece, è avere opinioni diverse. In questo caso il dibattito sarebbe stimolante purché ciascun interlocutore giudichi ciò che l'altro ha detto. Serventi Longhi invece attribuisce ad altri, in questo caso alla mia persona, cose che io non ho proposto. Ed è questa una tecnica usata in altri tempi e in altri luoghi''. Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Sono francamente stupito dell’aggressione verbale che mi ha rivolto il Ministro della Comunicazione, Maurizio Gasparri, al convegno sulla Rai della Commissione di Vigilanza e dell’Autorità. Gasparri peraltro sapeva che non era previsto un intervento del Sindacato dei Giornalisti al convegno e conosceva da tempo le nostre preoccupazioni. E’ assurdo parlare di bugie rispetto al testo del progetto di legge Gasparri. Esso infatti prevede l’elezione del consiglio di amministrazione della Rai ( che passerebbe a nove membri) da parte dell’assemblea dei soci che, attualmente, non può che essere composta dai rappresentanti del Governo. Al momento, infatti, l’ipotesi di privatizzazione, di controllo della Rai da parte di una public company, peraltro prevista in modo generico e senza scadenza nel ddl, è tutta da discutere e su di essa vi sono divergenze anche all’interno della maggioranza. Certo, se tutta l’assemblea fosse composta dai rappresentanti dei privati, il Governo sarebbe in teoria rappresentato solo da un componente indicato dal Ministero dell’Economia, ma una totale privatizzazione non sembra nelle intenzioni di Gasparri e del Governo Berlusconi. Il Presidente del Cda della Rai sarebbe, inoltre, eletto dai nove componenti del Consiglio nell’ambito dei suoi membri e l’elezione avrebbe efficacia dopo un voto con maggioranza di due terzi da parte della Commissione Parlamentare di Vigilanza. Una maggioranza qualificata che obbligherebbe un accordo bipartisan rispetto al quale al momento non vi sarebbero le condizioni politiche e parlamentari. Si voterebbe per i componenti del Consiglio per liste e la lista dei rappresentanti dello Stato sarebbe presentata dal rappresentante del Ministero dell’Economia su indicazioni dei Presidenti delle Camere. La presenza obbligatoria del rappresentante del Ministero dell’Economia, la lista da lui presentata, la difficoltà a ratificare l’elezione di un Presidente con una maggioranza di due terzi renderebbero certo il rafforzamento del ruolo dell’esecutivo. Di quali bugie dunque parla Gasparri? Forse sarebbe opportuno qualche insulto di meno e qualche riflessione in più.” Segue notizia Ansa Rai: Gasparri, ddl non prevede che Governo nomini cda 19 novembre 2002. ANSA - ''Il disegno di legge di riforma del sistema radiotelevisivo non prevede che la nomina del consiglio di amministrazione della Rai sia fatta dal Governo''. Lo dice il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che, parlando al convegno su ''Servizio pubblico e pluralismo televisivo nell'era del digitale'', critica le affermazioni del segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi fatte ieri a questo proposito. ''Il dibattito deve essere improntato alla sincerità e devono esserci meno bugie per il futuro'', sostiene Gasparri'' Serventi Longhi - prosegue il ministro - ha detto ieri che il ddl prevede il controllo del cda da parte del governo e questo non è vero, bisogna leggere le proposte per confutarle''. Spiega quindi Gasparri che '' il ddl prevede che il rappresentante del Tesoro, come una sorta di postino, porti all'assemblea degli azionisti le proposte dei Presidenti delle Camere. Saranno poi i consiglieri a nominare il presidente la cui nomina dovra' poi essere ratificata dalla Commissione di vigilanza con un voto a maggioranza qualificata dei due terzi. Poi non so come decidano i presidenti di Camera e Senato - conclude - e non dico nemmeno che sia un meccanismo perfetto ma il Governo non fa nessuna nomina''.