«È il mio lavoro trovarmi in situazioni a rischio, lo metto in conto ogni volta che esco per fare un servizio. Ma stavolta non me lo aspettavo. Non potevo aspettarmelo di essere inseguito con una pala e ferito. Non da persone che sembrano padri e madri di famiglia». Sono le parole con cui il fotoreporter di Repubblica Alessandro Serranò racconta quanto accaduto sabato sera, quasi al termine della manifestazione 'No green pass' di Roma. Serranò è stato ferito, non gravemente, da un manifestante che ha assalito un gruppo di fotografi brandendo una pala da cantiere. È finito al pronto soccorso (prognosi di cinque giorni) e ha sporto denuncia.
L'uomo che ha imbracciato la pala, come ha raccontato a Repubblica lo stesso Serranò, «era un signore, non era legato a gruppi di destra. La sua era solo pura rabbia. Una scheggia impazzita». L'aggressore, 52 anni, è stato fermato dalla polizia. Il suo arresto è stato poi convalidato nella giornata di lunedì.
Quello del collaboratore di Repubblica e dei fotografi che erano con lui non è stato un caso isolato. La trasmissione di La7 'Piazzapulita' ha denunciato sui social che l'inviata Sara Giudice è stata ferita e con lei la troupe.
Solo il mese scorso il videomaker di Repubblica Francesco Giovannetti era stato picchiato durante una protesta sotto il ministero dell'Istruzione.
«Ancora una volta i giornalisti finiscono nel mirino per il solo fatto di svolgere il proprio lavoro al servizio del diritto dei cittadini ad essere informati», rileva la Federazione nazionale della Stampa italiana. «Lo abbiamo detto in piazza appena qualche giorno fa: è necessario andare oltre i messaggi di solidarietà, arrivare prima e non dopo le aggressioni agli operatori dei media. A governo e parlamento chiediamo interventi concreti a tutela del lavoro dei giornalisti e del diritto di cronaca».