Roma, 22 febbraio 2006 - Con la nomina di Antonio Marano, la maggioranza del CdA ha espresso oggi la sua concezione del servizio pubblico: la Rai è da considerare niente più che una sezione di partito;
è ridicolo ogni sforzo di puntare ad una maggiore autonomia dalla politica; lo spoil system è giusto e va applicato senza scrupoli; nelle nomine il curriculum non conta nulla, così come non conta nulla il fatto di aver colpito in passato la libertà di espressione di giornalisti e autori Rai; la valorizzazione della presenza Rai al nord, chiesta ancora in questi giorni dai dipendenti della sede di Milano, merita solo una gretta risposta di corrente. La maggioranza porta una responsabilità pesantissima, ma fornisce anche la definitiva conferma che questi criteri di nomina del vertice Rai vanno radicalmente cambiati: da una legge pensata sull’interesse dei partiti e del governo non può venire alcun frutto positivo per l’autonomia del servizio pubblico. Al disastro compiuto oggi, i consiglieri di maggioranza e il Direttore generale non aggiungano domani un ulteriore colpo all’immagine Rai mettendo le mani sulla satira. Sarebbe da irresponsabili far ripartire la serie di manifestazioni anti-Rai che i precedenti vertici hanno causato e che nuovi atti di censura inevitabilmente produrrebbero.