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Rai 28 Mag 2005

Nasce alla Rai l'associazione

«La Rai deve essere rifondata». È con questo imperativo che nasce «Schienadritta», l'associazione di giornalisti Rai che vuole rilanciare il servizio pubblico prima di tutto come garanzia di libertà e pluralismo dell'informazione. Il nome viene da un invito di Carlo Azeglio Ciampi: «La raccomandazione fondamentale che vi faccio è che teniate dritta la vostra spina dorsale - ha detto il presidente della Repubblica proprio parlando ai giornalisti - è questo che ognuno di voi deve sentire come un imperativo e che deve guidare la vostra professione».

«La Rai deve essere rifondata». È con questo imperativo che nasce «Schienadritta», l'associazione di giornalisti Rai che vuole rilanciare il servizio pubblico prima di tutto come garanzia di libertà e pluralismo dell'informazione. Il nome viene da un invito di Carlo Azeglio Ciampi: «La raccomandazione fondamentale che vi faccio è che teniate dritta la vostra spina dorsale - ha detto il presidente della Repubblica proprio parlando ai giornalisti - è questo che ognuno di voi deve sentire come un imperativo e che deve guidare la vostra professione».

«La Rai deve essere rifondata». È con questo imperativo che nasce «Schienadritta», l'associazione di giornalisti Rai che vuole rilanciare il servizio pubblico prima di tutto come garanzia di libertà e pluralismo dell'informazione. Il nome viene da un invito di Carlo Azeglio Ciampi: «La raccomandazione fondamentale che vi faccio è che teniate dritta la vostra spina dorsale - ha detto il presidente della Repubblica proprio parlando ai giornalisti - è questo che ognuno di voi deve sentire come un imperativo e che deve guidare la vostra professione». Convinti che la Rai sia «un patrimonio straordinario per il nostro paese» ma anche che «non adempie agli scopi per cui fu fondata», il gruppo di giornalisti del servizio pubblico pensa che oggi la Rai sia «ingabbiata in una struttura pensata per un'Italia che non c'è più, soffocata da una relazione troppo stretta con i poteri e soprattutto con la politica, alle soglie di una rivoluzione tecnologica». Per tutto questo nasce la rete di giornalisti che hanno come valori di riferimento l'autonomia della professione e l'indipendenza di un servizio pubblico all'altezza della sua missione sociale, così come previsto dal Contratto di servizio. Il loro scopo è quello di avviare in collaborazione con l'Usigrai un dibattito il più possibile ampio e articolato sulla riforma della Rai, che coinvolga non solo gli addetti ai lavori. Cinque sono le idee guida proposte: la costituzionalizzazione del servizio pubblico radiotv; una riforma che garantisca libertà e indipendenza; l'impegno personale in difesa dell'autonomia dei giornalisti contro censure, manipolazioni, mistificazioni delle notizie; la pubblica denuncia agli organismo sindacali e professionisti di qualsiasi tentativo di indebite influenze dall'esterno e dall'interno tese a limitare il diritto alla libertà dell'informazione attraverso il servizio pubblico; un largo confronto sul servizio pubblico che coinvolga tutte le professionalità della Rai, gli utenti, le associazioni dei consumatori e della società civile. Il confronto inizia già lunedì sera con la prima iniziativa pubblica. Si tratta di un dibattito intitolato «Mai più così! Un'altra Rai è possibile», che avrà luogo a Roma al Teatro dell'Orologio, alle 21. Tra i partecipanti, Ilvo Diamanti, don Vinicio Albanesi, Antonio Sassano, e poi David Willey corrispondente della Bbc, Gomes Fuentes, corripondente della Tve, mentre in collegamento telefonico ci sarà Enzo Biagi. A moderare il dibattito Giuseppina Paterniti e Andrea Purgatori. (ANSA)

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