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Minacce 04 Feb 2016

Napoli, il ministro Alfano accoglie le denunce dei giornalisti minacciati

Dopo l’incontro con il presidente Giulietti, nel corso del quale sono stati denunciati pubblicamente alcuni casi di minacce e intimidazioni subite da giornalisti napoletani, sulla questione della sicurezza degli operatori dell’informazione è intervenuto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Senza libertà di stampa non c'è democrazia» ha detto il ministro durante la conferenza stampa che si è tenuta a Napoli dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza.

Dopo l’incontro con il presidente Giulietti, nel corso del quale sono stati denunciati pubblicamente alcuni casi di minacce e intimidazioni subite da giornalisti napoletani, sulla questione della sicurezza degli operatori dell’informazione è intervenuto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Senza libertà di stampa non c'è democrazia» ha detto il ministro durante la conferenza stampa che si è tenuta a Napoli dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha accolto le denunce sui giornalisti minacciati Fabio Postiglione, Luciana Esposito e Nadia Verdile, presentate dal Sindacato unitario giornalisti della Campania, alla quale ha dato l’appoggio anche l’Ordine dei giornalisti della Campania, e si è impegnato pubblicamente ad intervenire in maniera determinata: «Sappiamo come la libertà di stampa sia il polmone delle democrazie moderne e che dove non c'è democrazia non c'è libertà di stampa e viceversa - ha detto il ministro durante la conferenza stampa che si è tenuta a Napoli dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza -. La paura è il freno più forte alla libertà. Dunque esprimo non la vicinanza morale e basta ai tre giornalisti minacciati ma anche la operosa azione del prefetto Pantalone e di tutte le forze dell'ordine e della magistratura che certamente non hanno risparmiato e non risparmiano energie per individuare i responsabili di queste minacce». Martedì scorso il presidente della FNSI, Beppe Giulietti, era intervenuto a Napoli, presso la sede regionale del sindacato, per denunciare pubblicamente la situazione insostenibile dei colleghi costretti a lavorare mettendo a rischio la propria incolumità. All’appello aveva già risposto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Le schede dei giornalisti minacciati

FABIO POSTIGLIONE
Cronista di giudiziaria del quotidiano “Roma”, 35 anni, si occupa soprattutto di camorra e lavora ogni giorno a molteplici casi. Dal mese di luglio a quello di dicembre del 2015 ha subito ben sette danneggiamenti della moto e dell'auto parcheggiate sotto casa. Un avvertimento inquietante con il quale chi vuole intimidire agisce violando la sfera privata del professionista: “Sappiamo dove abiti e dov'è la tua famiglia”, è il messaggio che passa e che può mettere a dura prova l'equilibrio emotivo della persona coinvolta.
Non sappiamo a quale inchiesta siano riconducibili queste azioni, ma sono almeno due i casi sui quali vi sono altre “tracce”. Il primo è quello che riguarda il boss del Vomero Luigi Cimmino. Ci sono intercettazioni, agli atti di una inchiesta, nelle quali si fa riferimento esplicito agli articoli del “Roma” e alla necessità di fermare il giornalista.
Il secondo riguarda il boss ergastolano dei Quartieri Spagnoli Ciro Mariano, che oltre ad avere inviato lettere alla redazione nelle quali attacca il contenuto degli articoli e invita il giornalista ad “andarlo a trovare”, ha inviato gli stessi familiari in redazione a minacciare il collega.

LUCIANA ESPOSITO
Giornalista pubblicista, vive una situazione ad alto rischio. Con il suo sito, quindi senza la tutela di un giornale strutturato, ha denunciato la situazione di forte degrado del Parco Merola a Ponticelli, quartiere ad altissima densità criminale. Al suo lavoro giornalistico ha affiancato, ancora una volta senza la tutela di una organizzazione, un impegno personale nel rione coinvolgendo anche le istituzioni locali, che si sono attivate per la riqualificazione. Tra le iniziative avviate, un progetto di street art, che prevede la realizzazione di murales artistici sulle facciate delle case popolari, la pulizia delle fogne e il recupero di un campo di calcio abbandonato. Quando alcune di queste iniziative hanno cominciato ad intaccare gli affari di chi gestisce i traffici illeciti nella zona, Luciana è diventata un nemico. Per ben due volte, tra novembre e dicembre, è stata picchiata dai familiari del “ras” del Parco. Per un periodo è stata costretta ad allontanarsi dalla città. La collega ha denunciato anche strane commistioni, una su tutte: quando sulle facciate di uno dei palazzi, tramite il progetto patrocinato dal Comune, è stato dipinto il volto del pregiudicato aggressore. L'Amministrazione ha risposto prontamente avviando la rimozione del murales. A Luciana continuano ad arrivare ancora minacce.

NADIA VERDILE
Una reggia, quella di Carditello, nel comune di San Tammaro (Caserta) e 8 minacce di morte. Cinque per l’ex ministro Massimo Bray, 3 per la giornalista de “Il Mattino”, Nadia Verdile. Dopo l’acquisizione al patrimonio dello Stato della reggia, simbolo del degrado politico, sociale e culturale di un intero territorio, i due sono entrati nel mirino della criminalità che non ha gradito i riflettori accesi su un bene culturale posto tra due discariche di Stato e molte abusive. Gli articoli sulle pagine del quotidiano hanno quasi tutti i giorni raccontato le malefatte, l’assenza atavica di progettualità e soprattutto il malaffare che intorno si consuma. Per quanto riguarda Verdile, due lettere di minacce sono state inviate alla redazione napoletana de «Il Mattino» e una alla redazione partenopea del «Corriere del Mezzogiorno». “Smettila di scrivere di Carditello o sei morta tu e l’amico tuo” in fondo poi una croce in bella mostra. Dal 13 febbraio (data della prima minaccia) ad oggi (altre due lettere sono pervenute l’1 e il 3 settembre) nessuna novità. I carabinieri non hanno informato la giornalista delle minacce che lo ha saputo solo dai colleghi del giornale. A settembre, sei mesi dopo la prima minaccia, le è stato chiesto dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere di autorizzare le indagini dei Ris. Non ha nessuna protezione, nessun controllo. Massimo Bray ha la scorta quando viene in Campania.

PER APPROFONDIRE

57 i giornalisti minacciati in Campania, ma la città non si indigna
di Fabio Postiglione

Aggredita perché tentavo di informare sul degrado. Vi racconto la mia esperienza a Ponticelli
di Luciana Esposito

Giornalisti minacciati, Giulietti: “Inchieste siano collettive”. Incontro a Napoli con cronisti aggrediti
"Portiamo le telecamere, le radio, i giornali nei posti in cui sono nate le inchieste e gli articoli che hanno causato livori, minacce e aggressioni ai cronisti. Più che la scorta armata, anche importantissima, serve la scorta mediatica, una catena di colleghi che tornino in quei luoghi e tengano i riflettori accesi perché mafie, camorra e malaffare, hanno paura dei riflettori e hanno bisogno invece dell'oscurità". A Napoli, Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa incontra i giornalisti minacciati e aggrediti per causa del loro lavoro di cronisti e lancia proposte concrete. "Soprattutto - dice - quando un giornalista viene minacciato per il suo lavoro occorre che le inchieste, gli articoli diventino collettivi. Si mette la firma di tutto il giornale perché chi minaccia deve sapere che non c'è un solo giornalista, ma un'intera comunità". Nell'incontro promosso dall'Ordine dei giornalisti e dal Sugc (Sindacato Unico Giornalisti Campani) i cronisti "vengono alla luce" e raccontano le intimidazioni, le minacce e le aggressioni che hanno subito. Fabio Postiglione, 35 anni, che scrive per il quotidiano Il Roma di cronaca nera e giudiziaria, ha detto che dalla scorsa estate è stato minacciato sette volte per aver portato avanti un'inchiesta su un giro di estorsioni. Fabio, finora, se l'è cavata con 1600 euro di danni. Alla sua macchina hanno rotto di tutto: specchietto, lunotto, squarciato gomme, spezzato l'antenna. Al motorino, hanno rotto il meccanismo di blocco del volante e hanno provato a rubarlo. Soprattutto è stato inseguito fin sotto casa, contromano. "La cosa che fa più rabbia - racconta - è la mancanza di indignazione. E' il peso psicologico che devi sopportare. Vieni violato nella tua intimità, solo per aver fatto il tuo dovere". A pagare le riparazioni a motorino e macchina è stata la cooperativa che edita il giornale. "Quella - conclude - è una famiglia, non una redazione e basta". Luciana Esposito è autrice del blog www.napolitan.it e - racconta con voce ferma - ha "la 'colpa' di aver scritto del degrado in cui versa Parco Merola, spazio pubblico di Ponticelli, quartiere nella zona di Napoli Est. Non è piaciuto quello che ho scritto - sottolinea - La prima volta sono stata picchiata da una ragazza incinta che mentre mi aggrediva, urlava "Fammi vedere come finisco sul giornale". La seconda volta da una coppia, marito e moglie. Mi dicevano: "Facci vedere come ci denunci". Ho denunciato e lo dimostro anche a tutti quelli che in entrambe le occasioni hanno assistito senza intervenire". Al fianco dei giornalisti campani minacciati c'è anche Sandro Ruotolo, e Claudio Silvestri, segretario del Sugc, ha raccontato che "vedere Fabio cedere, in riunione di redazione, fino alle lacrime, è stato un pugno allo stomaco". Silvestri annuncia che farà in modo da portare il tema delle minacce ai giornalisti all'attenzione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica in programma nei prossimi giorni a Napoli con il Ministro Angelino Alfano. Rosaria Capacchione, senatrice Pd, giornalista del Mattino sotto scorta per minacce - aggiunge Silvestri - presenterà un'interrogazione parlamentare. Di fronte alle minacce la difficoltà "è continuare a lavorare come hai sempre fatto", sottolinea il sindaco di Napoli Luigi de Magistris per il quale "bisogna tenere sempre alta la vigilanza democratica". "Solo insieme si possono portare avanti le battaglie per la libertà di informazione", sottolinea il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, per il quale i tempi sono maturi affinché il Parlamento affronti il tema dei giornalisti minacciati e "la questione delle querele temerarie" che, come le minacce, rappresentano un ostacolo all'informazione libera. (Ansa – Napoli, 2 febbraio 2016)

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