È morto sabato 17 dicembre 2022 l'editorialista del Corriere della Sera Mario Sconcerti, firma fra le più note del giornalismo sportivo. A dare la notizia è lo stesso quotidiano milanese. «Fino a venerdì – scrive – ha continuato a dare il suo contributo di idee al nostro giornale di cui era una delle firme più prestigiose. Sconcerti è stata una delle firme storiche del giornalismo sportivo italiano, già direttore del Corriere dello Sport e del Secolo XIX».
Sconcerti era in ospedale, ricoverato per accertamenti di routine al policlinico romano di Tor Vergata e la fine è arrivata improvvisa. Aveva da poco compiuto 74 anni. Nato nel 1948 a Firenze, dove aveva cominciato giovanissimo la professione al Corriere dello Sport, testata di cui divenne direttore nel 1995 dopo aver ricoperto per la prima volta tale incarico al Secolo XIX.
Dal ciclismo al calcio, dalla Gazzetta dello Sport a Repubblica, dalla tv alla radio, Sconcerti è stato protagonista non solo del racconto dello sport, ma anche del commento e dell'esegesi. Tanti temi e riflessioni, virate anche sulla filosofia e la politica, li aveva poi ampliati e approfonditi in una vasta produzione libraria.
A Repubblica arrivò nel 1979 e vi creò la redazione sportiva, lavorando insieme con Gianni Brera e Gianni Mura. Anni dopo, nel 1987, lasciò il giornale di Eugenio Scalfari per la Gazzetta dello Sport, dove fu vicedirettore di Candido Cannavò.
La sua passione per il calcio, e per la Fiorentina in particolare, lo portò anche "dall'altra parte della barricata" quando nel gennaio 2001 gli fu affidato l'incarico di direttore generale della Cecchi Gori group, società che controllava il club viola. Un'esperienza, durata poco, che ha preceduto l'arrivo in tv, dove cominciò a lavorare nei primi anni Duemila: per oltre un decennio a Sky Sport, quindi il passaggio alla Rai, nel 2016, e poi a Mediaset.