Ancora un giornalista minacciato a causa del suo lavoro in territori difficili. Si tratta di Nello Trocchia, collaboratore del Fatto Quotidiano. A lanciare la denuncia e a chiedere ai media italiani di rilanciare le sue inchieste sono il direttore e il portavoce di Articolo21, Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti. Al collega la solidarietà della Federazione nazionale della stampa italiana.
“Il Fatto quotidiano ha denunciato le minacce di un boss della camorra nei confronti del suo collaboratore Nello Trocchia. Nel corso di una conversazione telefonica sono state intercettate minacce e progetti di aggressione. La telefonata risale tuttavia ad un mese fa e sino ad oggi non sarebbero ancora state decise le indispensabili misure di protezione. Nello Trocchia ha già annunciato che continuerà nelle sue inchieste, senza farsi intimidire”.
Lo scrivono in una nota Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21.
“Proprio per questo è necessario che le Autorità intervengano subito ed in modo adeguato e che tutti i media riprendano ed amplifichino le denunce di Nello Trocchia, unico modo per esprimere una operosa solidarietà e per “illuminare” a giorno le oscurità tanto care ai professionisti del crimine”.
Al collega Nello Trocchia la Federazione nazionale della stampa italiana esprime solidarietà e vicinanza.
Associazione Stampa Romana, solidarietà al collega
Nello Trocchia
L’Associazione stampa romana esprime solidarietà e vicinanza al collega Nello
Trocchia, collaboratore de Il Fatto quotidiano, l’Espresso e La gabbia,
minacciato da un boss della camorra per la sua continua attività di denuncia
delle mafie e per le sue inchieste instancabili sulla Terra dei Fuochi. In
un’intercettazione del 10 giugno dal carcere un boss della camorra e il
fratello parlano di un vero e proprio
agguato nei confronti del collega: “al giornalista devo spaccargli il cranio”
affermano nella conversazione, nella quale dicono di conoscere anche il posto
in cui il cronista lavora. Minacce serie che hanno prodotto un’informativa alla
Procura Antimafia. Purtroppo, a distanza di un mese, la Procura non ha ancora
disposto alcuna protezione nei confronti di Nello Trocchia, nonostante la
brutalità delle minacce e il livello elevato di allerta. Crediamo che sia
necessario mettere in atto immediatamente misure di tutela adeguate a garantire
al collega la propria incolumità e a permettergli di continuare la sua attività
indispensabile di denuncia delle mafie in Campania e nel basso Lazio. Questo è
l’ennesimo caso di minacce a un cronista che registriamo nel nostro Paese: tra
il 2006 e il 2014 i dati dell’osservatorio di Ossigeno per l’Informazione
parlano di 2300 episodi di violenza nei confronti dei giornalisti. Le
intimidazioni delle mafie hanno fatto precipitare l’Italia al 73° posto nella
classifica sulla libertà d’informazione stilata da Reporter senza frontiere.
Dati drammatici che non possono essere assolutamente sottovalutati:
un’informazione costretta alle continue minacce della criminalità
pregiudica una corretta dialettica
democratica nel Paese. Auspichiamo che
le autorità dispongano al più presto misure di tutela adeguate nei confronti di
Nello Trocchia al quale ci stringiamo: abbiamo tutti bisogno che continui nella
sua attività di racconto delle mafie. Le intimidazioni e le minacce non devono
fermare l’informazione libera.