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Vertenze 08 Ago 2014

Messaggero, nuovo piano di crisi per 36 prepensionamenti Fnsi: progetto singolare, fondo Lotti non è un Bancomat

Alla vigilia della chiusura della Fieg e della Fnsi, esattamente il 6 agosto, con singolare tempistica mentre si stava chiudendo in Parlamento il processo legislativo che mette un punto fermo sui prepensionamenti, la società editrice del quotidiano "Il Messaggero" ha inviato al sindacato, per il tramite della Federazione degli Editori, un nuovo piano di crisi.

Alla vigilia della chiusura della Fieg e della Fnsi, esattamente il 6 agosto, con singolare tempistica mentre si stava chiudendo in Parlamento il processo legislativo che mette un punto fermo sui prepensionamenti, la società editrice del quotidiano "Il Messaggero" ha inviato al sindacato, per il tramite della Federazione degli Editori, un nuovo piano di crisi.

Sarebbe il terzo piano di tagli dell'occupazione giornalistica in pochi anni, visto che ora si ipotizzano 36 prepensionamenti. Il saldo negativo sarebbe di 24 unità, perché per la prima volta l'editore deve fare i conti con le nuove regole del decreto Lotti che impone l'assunzione 3 nuovi giornalisti ogni 10 uscite. Ma e gli editori debbono sapere che il decreto Lotti non è un pozzo senza fondo né un Bancomat privato. Su questo nuovo piano dovranno essere fatte verifiche rigorose nelle sedi deputate. La Fnsi, nella stessa giornata in cui ha ricevuto la notifica del piano, ha risposto alla Fieg dichiarando di considerare singolare la presentazione del Piano di interventi de “Il Messaggero” in queste circostanze e di non potere, allo stato, prenderlo in carico. La Fnsi ha reso altresì noto che, alla ripresa dopo la pausa, farà il punto con il Cdr e con la redazione del Messaggero - con la quale agisce in piena solidarietà - e informerà e sentirà prima ogni organismo competente per valutazioni rigorose al riguardo. Roma, 8 agosto 2014

ANNUNCIATO NUOVO STATO DI CRISI A IL MESSAGGERO

L'Associazione Stampa Romana condivide le preoccupazioni espresse dall'assemblea de Il Messaggero sull'annunciato, ennesimo, stato di crisi della testata. Ancora una volta si cerca di sopperire alla mancanza di adeguate strategie editoriali con lo strumento dei tagli al costo del lavoro.
"Il terzo stato di crisi nella principale testata del Gruppo Caltagirone - afferma il segretario della Asr Paolo Butturini - non stupisce se si è seguito l'andamento dei due precedenti. Vorrei chiedere all'editore quale prodotto informativo intende realizzare, visto che con le due ristrutturazioni, costate decine di posti di lavoro e un impoverimento economico e professionale dell'area dei collaboratori, non è riuscito a invertire la tendenza al declino.
L'aver ridotto Il Messaggero a una testata localistica dell'area metropolitana romana - prosegue il segretario Asr -, privandolo del suo radicamento territoriale, contrasta con tutte le tendenze della moderna editoria. Così come i prodotti digitali, se non inseriti in un sistema equilibrato e dinamico, rischiano di essere soltanto fiori all'occhiello privi di efficacia industriale e di mercato.
Ora - conclude Butturini - si ricorre di nuovo ai tagli come panacea di tutti i mali. L'Asr chiede l'immediato intervento della Fnsi per verificare con quali strategie l'editore intenda muoversi e per evitare che errori manageriali, di gestione e di progetto, si scarichino per l'ennesima volta sui lavoratori, siano essi dipendenti o collaboratori". Roma, 8 Agosto 2014

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