Il Segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il Presidente della Fnsi, Santo Della Volpe, hanno inviato oggi al Consiglio nazionale, alla Giunta Esecutiva e alle Associazioni regionali di stampa una lettera aperta nella quale invitano a firmare e far circolare tra i colleghi la petizione online per la campagna "Meno giornali=meno liberi", cui la stessa Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha già aderito.
“La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, insieme a Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, Articolo 21, Mediacoop, Fisc, File, Sindacato Lavoratori Comunicazione CGIL, Associazione Nazionale stampa online, Unione Stampa Periodica Italiana ha aderito alla campagna Meno giornali = meno liberi, una campagna per salvaguardare il pluralismo dell’informazione e per una riforma urgente dell’intero settore dell'editoria”.
Questo l’incipit della missiva, che poi prosegue: “La scure che si è abbattuta sul finanziamento pubblico all'editoria no profit e in cooperativa rischia di avere pesanti ripercussioni su tutta la categoria.
In gioco c'è la sopravvivenza di circa 200 testate di giornali, gestite da cooperative e associazioni, che rischiano la definitiva chiusura: giornali liberi da condizionamenti proprietari, gestiti senza fine di lucro e secondo criteri di trasparenza ed efficienza da gruppi di giornalisti indipendenti, senza alcun apporto di capitale esterno in grado di condizionarne l’attività editoriale”.
“Una chiusura che si tradurrebbe – chiosano Lorusso e Della Volpe – in un grave vulnus per il pluralismo dell'informazione, per il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, per la stessa democrazia del nostro Paese che perderebbe ogni anno 300 milioni di copie di giornali, 500 mila pagine di informazione e milioni di articoli.
Con costi sociali tremendi a carico della collettività: la perdita di circa 3mila posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici, con una forte ricaduta negativa per l’indotto (tipografi, giornalai, distributori, trasportatori) e per le economie locali nel loro complesso, un aumento dei costi per gli ammortizzatori sociali e minori entrate fiscali per lo Stato stesso, che, in caso di chiusura di tante testate, sopporterebbe costi largamente superiori al valore delle somme necessarie per adeguare il Fondo per il contributo diretto all’Editoria al fabbisogno effettivo, individuabile per il 2015 in circa 90 milioni di euro”.
“Il primo atto di questa campagna – concludono quindi i vertici del sindacato dei giornalisti italiani - è il manifesto/appello che ti chiediamo di sottoscrivere affinché possa essere più forte la nostra voce verso Governo e Parlamento per far approvare misure urgenti tese a salvaguardare le testate di cooperative e associazioni a rischio di chiusura e richiedere l’avvio immediato di un Tavolo di confronto sull’indispensabile riforma del sistema dell’informazione”.
“Firma anche tu – è l’invito – la petizione online che trovi qui”.