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Editoria 23 Set 2008

Mediacoop chiede la modifica del decreto Tremonti sulle cooperative, i giornali di partito e no profit Serventi Longhi (Rassegna sindacale): "Una legge a favore dei grandi gruppi editoriali"

Per salvare l'editoria cooperativa, non profit e di partito e' necessario un provvedimento urgente, da inserire in uno dei decreti in trasformazione o nella Finanziaria: e' la richiesta avanzata da Mediacoop, Associazione delle Cooperative Editoriali e di Comunicazione, e da Media Non Profit, nel corso dell'Assemblea straordinaria

Per salvare l'editoria cooperativa, non profit e di partito e' necessario un provvedimento urgente, da inserire in uno dei decreti in trasformazione o nella Finanziaria: e' la richiesta avanzata da Mediacoop, Associazione delle Cooperative Editoriali e di Comunicazione, e da Media Non Profit, nel corso dell'Assemblea straordinaria

Mediacoop e Media Non Profit ritengono urgente ristabilire il carattere di diritto soggettivo dei contributi all'editoria: per reperire le risorse necessarie suggeriscono la creazione di un fondo di solidarieta' con risorse provenienti dalla pubblicita' e da una rimodulazione dell' aliquota Iva sui prodotti collaterali venduti nelle edicole. La situazione e' la conseguenza - secondo Mediacoop e Media Non profit - di quanto disposto dall'articolo 44 del decreto legge Tremonti. Un provvedimento giudicato ''esiziale - spiegano - perche' sopprime il carattere soggettivo dei contributi diretti all'editoria''. E sbagliato perche' ''non opera quella riforma dell'intervento pubblico necessaria a garantire un uso corretto delle risorse pubbliche, ma opera tagli indifferenziati''. ''Abbiamo apprezzato - afferma Grassucci, presidente di Mediacoop - che nella bozza di regolamento che ci e' stata illustrata dal Governo siano stati accolti alcuni nostri suggerimenti''. Ma restano punti ''non condivisibili'' sui quali Mediacoop e Media Non Profit annunciano emendamenti. In particolare ritengono indispensabile: rivedere i parametri di calcolo dei contributi per i periodici; reintrodurre il vincolo che riservava l'accesso ai contributi alle imprese editoriali la cui raccolta pubblicitaria non superava il 30% dei costi riportati in bilancio; e stabilire infine che il nuovo regolamento non sia retroattivo. Ricardo Franco Levi, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si dice pessimista e critica la bozza di regolamento messa a punto dal governo per ''eccesso di delega'': la delega prevede il riordino e la semplificazione dei soli contributi diretti ma non del credito agevolato e delle tariffe postali. ''La legge che ha dato al governo il mandato di scrivere questo regolamento - osserva ancora - ha escluso il parere anche consultivo delle commissioni Parlamentari. E' stata una gentilezza del governo il ricevervi, ma possono andare avanti senza di voi e senza commissioni e parlamento''. Paolo Serventi Longhi, direttore della Rassegna Sindacale della Cgil, lancia l'idea di una grande mobilitazione: ''Siamo vittime di una decisione affidata al governo che potra' decidere quanti e quali soldi dare al settore. E' un ricatto odioso, un attacco al pluralismo nel momento in cui il mercato della pubblicita' e' squilibrato a favore delle grandi imprese". (ANSA)

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