«Quando Mauro Rostagno è stato ucciso in contrada Lenzi a Trapani, il 26 settembre del 1988, aveva quarantasei anni. Da quel giorno sono passati 36 anni ed Assostampa Sicilia con il Gruppo cronisti siciliani continuano a raccontare la storia del giornalista vestito di bianco ed il valore della sua denuncia, come esempio per tutti i cronisti». Questo il ricordo dei cronisti siciliani sul sito web del sindacato regionale nel giorno dell’anniversario dell’assassinio del giornalista.
Assostampa Sicilia continua ricordando la storia di Rostagno: «Sociologo prima che giornalista, era stato leader del ‘68 a Trento assieme a Renato Curcio, era stato con Adriano Sofri fondatore di Lotta Continua ed animatore del centro culturale Macondo a Milano. A Trapani Mauro Rostagno scopre la passione per il giornalismo partecipando ad una trasmissione di una piccola emittente locale RTC, cogliendo la forza di questo mezzo. La passione che ha caratterizzato la sua vita, assieme al suo desiderio di giustizia vera lo porta a denunciare le collusioni tra la mafia e la politica locale. Con la sua trasmissione segue, solo per citare alcuni esempi, tutte le udienze del processo per l’omicidio del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari, nel quale erano imputati i boss mafiosi Nitto Santapaola e Mariano Agate. Si è a lungo parlato di una misteriosa videocassetta con scritto “non toccare” scomparsa dopo la sua morte e che teneva sulla sua scrivania. Un processo lungo 32 anni, difficile. L’ombra lunga dei depistaggi, la verità sulla sua morte che si fa difficile, sino alla difficoltà a definirlo omicidio di mafia, con condanna all’ergastolo per il boss Vincenzo Virga arrivata soltanto nel 2020».
Il sindacato regionale con il Gruppo cronisti siciliani sottolinea che settembre «è un mese particolarmente triste per la storia dei giornalisti siciliani come testimoniano anche le targhe poste al Giardino della Memoria. Oltre a quella che ricorda Mauro Rostagno, quella per Mauro De Mauro cronista de L’Ora sparito nel nulla il 16 settembre 1970. Noi cronisti siciliani continueremo a raccontare le loro vite, a lavorare per la verità, a difendere da ogni bavaglio il diritto di cronaca, la libertà di stampa pilastri indiscutibili di una società realmente democratica».