Massimo Milone, 50 anni, napoletano, caporedattore centrale della TGR Campania, laureato in giurisprudenza, docente di "Etica della Comunicazione" all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è stato confermato presidente nazionale dell'Unione Cattolica della Stampa Italiana.
L’elezione è avvenuta a conclusione del XVI congresso nazionale riunito a Roma dal 2 al 4 dicembre e dedicato a “Giornalismo e comunicazione: una domanda di senso e di verità”. Il congresso ha eletto vicepresidente Angelo Sferrazza, che nello scorso triennio ha ricoperto la carica di segretario nazionale. Il congresso ha anche eletto il Consiglio nazionale che provvederà alla scelta della Giunta e del nuovo segretario. Confermato alla direzione di Desk Paolo Scandaletti. "Cultura della professione, formazione, appartenenza alla comunità ecclesiale. La missione dell'Ucsi è questa - ha detto Milone -. Con una opzione forte sulla responsabilità etica di chi lavora nei media specialmente per quanto riguarda la ricerca della verità e la salvaguardia della centralità e della dignità della persona umana. Opzione sulla quale chiamiamo a confronto tutte le componenti del giornalismo italiano, certi che sarebbe di non poco vantaggio, anche e soprattutto per tutti i giornalisti in termini di autonomia dalla pressione dei poteri forti e contemporaneamente di garanzia per i cittadini utenti". Il congresso ha approvato un documento finale che impegna gli organismi dirigenti per il prossimo triennio. Formazione, tutela dei giornalisti e difesa della qualità dell’informazione: questi alcuni degli elementi qualificanti del programma di lavoro dell’Ucsi. “Accanto alla formazione individuale – si legge in proposito nel documento finale - è necessario sviluppare una decisa azione di difesa e tutela della professione giornalistica e delle sue espressioni quotidiane nel lavoro. L’azione di difesa deve essere preceduta da una costante analisi dell’evoluzione in atto delle tecnologie della comunicazione e da un confronto corretto ma non subordinato con le diverse proprietà delle imprese. Tutto ciò ha come obiettivo l’affermazione e l’estensione dell’autonomia dei giornalisti che si basa essenzialmente su due valori irrinunciabili: il servizio alla verità e il rispetto della dignità della persona; e nello stesso tempo il rispetto del diritto dei cittadini ad essere informati, garanzia di libertà e di crescita democratica. I mezzi di comunicazione non possono essere considerati terra di conquista della pubblicità né essere utilizzati per obiettivi banalmente commerciali con conseguente impoverimento della qualità e con una costante emarginazione dei valori morali e cristiani”. 5 dicembre 2005