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Editoria 15 Mar 2009

Marco Benedetto, vicepresidente del gruppo Espresso: "I giornali reagiranno alla crisi riducendo da 64 a 32 le pagine, e restando in vita, saranno comunque la garanzie di una vera democrazia"

''C'e' stato un momento, negli Anni Ottanta, in cui i politici avevano consapevolezza dei problemi dell'editoria'', ha detto il vicepresidente dell'Espresso a Domenica In, come riporta un comunicato della trasmissione. ''E' grazie a questa consapevolezza - ha aggiunto - che oggi noi siamo ancora qui. In passato, tra centro destra e sinistra, i migliori politici nei rapporti con l'editoria sono stati i democristiani''.

''C'e' stato un momento, negli Anni Ottanta, in cui i politici avevano consapevolezza dei problemi dell'editoria'', ha detto il vicepresidente dell'Espresso a Domenica In, come riporta un comunicato della trasmissione. ''E' grazie a questa consapevolezza - ha aggiunto - che oggi noi siamo ancora qui. In passato, tra centro destra e sinistra, i migliori politici nei rapporti con l'editoria sono stati i democristiani''.

(15 marzo) ''Se siamo ancora vivi - ha affermato Benedetto - lo dobbiamo a loro e alla loro capacita' di fare buoni accordi. Attualmente, per molte ragioni (compresa la presenza della tv) i politici certo non vorrebbero chiudere i giornali ma, se cio' accadesse, farebbero un bel funerale e ne sarebbero, forse, ben felici''. Circa il futuro, il vicepresidente del Gruppo l'Espresso ha detto che ''viviamo in un momento in cui, alla crisi economica generale, si somma la crisi dell'editoria, con un conseguente ridimensionamento, annunciato, dei giornali. Negli anni scorsi, gli editori hanno risposto alla crisi precedente dimezzando il personale e triplicando la produzione. Oggi, il nuovo ridimensionamento del personale giornalistico sarebbe meno morbido. I giornali - ha previsto Benedetto - passeranno da 64 a 32 pagine ma, restando in vita, saranno comunque la garanzia di una vera democrazia''. (ANSA).

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