Finisce sotto la lente dei giudici costituzionali la legge regionale che nelle Marche consente ai dipendenti dell’ufficio stampa dell’ente locale di essere inquadrati con il corretto contratto nazionale: quello dei giornalisti. “Il Sigim – interviene il sindacato regionale – è solidale con i colleghi e auspica che la sentenza non cancelli le importanti conquiste della categoria”.
"La Corte Costituzionale ha calendarizzato al 5 luglio
2016 (relatore Giuliano Amato) l'udienza relativa alla questione della eventuale
illegittimità costituzionale dell'art. 7 comma 3 della legge regionale n.
51/1997 per violazione dei principi fondamentali, ai sensi dell'art. 117 della
Costituzione, contenuti nel decreto legislativo 30 marzo 2001 n° 165 - Norme generali sull'ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.
Lo rende noto il Sigim, il sindacato dei giornalisti marchigiani, che precisa:
“L'art. 7 della legge regionale Marche 53/91 prevede al comma 3 che il
personale degli uffici stampa della Regione Marche iscritto all'Ordine dei
giornalisti può optare per il trattamento economico previsto dal Contratto
collettivo di lavoro giornalistico. In tal caso il rapporto di lavoro è
trasformato in rapporto a tempo indeterminato non di ruolo”.
Una conquista per i colleghi marchigiani che ora dovrà però passare al vaglio
della Corte Costituzionale.
“Il 31 ottobre 2013 – spiega il Sigim– il tribunale del lavoro di Ancona,
giudice Arianna Sbano, ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la
questione di illegittimità costituzionale, nonostante la stessa Regione Marche,
come riconosciuto dal giudice, non avesse sollevato alcun problema in merito al
trattamento economico dei giornalisti inquadrati nei suoi uffici stampa. La
vicenda nasce dal ricorso di fotografo e telecineoperatore al servizio stampa
della Giunta ai quali, per motivi di organico redazionale e contenimento della
spesa pubblica è stato sin qui negato il trattamento economico previsto dal
Cnlg”.
Una vicenda delicata, che vede l’Assostampa solidale con la battaglia dei
colleghi, difesi dall'avvocato del
sindacato, Mauro Buontempi, “con l’auspicio – conclude il Sigim – che la
sentenza che non cancelli le importanti conquiste della categoria”.