Un manifesto in cinque punti per chiedere a governo, Mibact, Regioni e Enit interventi a sostegno dell'editoria turistica e dell'informazione professionale. Lo hanno messo a punto il Gist (Gruppo di specializzazione della Fnsi) e Neos, associazione di giornalisti italiani specializzati nel settore turistico. Fra le richieste, quella rivolta al ministero dei Beni culturali e l'Ente per il turismo affinché si impegnino urgentemente in una campagna internazionale di promozione e marketing per il rilancio dell'immagine e del brand Italia; al governo per dare un sostegno economico immediato all'editoria turistica; ai presidenti delle Regioni perché concordino con il ministero la promozione coordinata del sistema turistico Italia.
«L'informazione giornalistica di viaggio coinvolge migliaia di professionisti che, dalle redazioni o in forma autonoma, assicurano attraverso la cronaca e il reportage un flusso ininterrotto di notizie selezionate e verificate. In tempi in cui i confini tra informazione, propaganda e fake news si fanno sempre più labili, i giornalisti di turismo rappresentano una voce competente e affidabile, in grado affiancare i player nazionali nel rilancio del turismo», si legge nel manifesto.
In un settore, quello del turismo, messo in ginocchio dall'emergenza sanitaria, anche l'informazione specializzata ha subito, secondo un sondaggio realizzato da Gist, una contrazione del lavoro fino al 50 per cento, «con forte penalizzazione della già fragile economica del giornalismo specializzato, tagli ai budget e la riduzione dei compensi».
Per questo, rileva ancora il manifesto, nel rilancio dell'economia turistica post coronavirus si dovrà agire sull'intera filiera, incluso il lavoro dei giornalisti. Dopo il lockdown, concludono Gist e Neos, «non sarà possibile ripartire senza regole certe e coinvolgimento di tutti gli attori della filiera turistica, informazione compresa».
La campagna è veicolata anche sui social network, con l'hashtag #ripartiamodallinformazione, e tramite una raccolta di firme sulla piattaforma Change.org.