CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Sindacale 29 Set 2008

Manca la volontà di dialogare con la redazione, il Cdr dell'emittente La7, torna a proclamare lo sciopero contro i licenziamenti annunciati dall'azienda Le solidarietà

Nuovo sciopero a distanza di pochi giorni a La7. Il comitato di redazione dell'emittente ha proclamato da stasera alle 20 l'astensione dalle prestazioni audio video ''per protestare contro il metodo inaccettabile dell'azienda - spiega un componente del cdr - che, alla lettera di formalizzazione dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo, ha allegato uno schema che indica, redazione per redazione, le qualifiche in esubero e perciò contiene di fatto i nomi e cognomi dei 25 colleghi da mandare a casa''.

Nuovo sciopero a distanza di pochi giorni a La7. Il comitato di redazione dell'emittente ha proclamato da stasera alle 20 l'astensione dalle prestazioni audio video ''per protestare contro il metodo inaccettabile dell'azienda - spiega un componente del cdr - che, alla lettera di formalizzazione dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo, ha allegato uno schema che indica, redazione per redazione, le qualifiche in esubero e perciò contiene di fatto i nomi e cognomi dei 25 colleghi da mandare a casa''.

Il cdr sottolinea anche che ''i documenti sono firmati dall'amministratore delegato Giovanni Stella e, in calce, dal direttore delle news Antonello Piroso''. Inoltre la lettera dell'azienda, che è stata distribuita a tutta la redazione, ''non contempla alcun ricorso a strumenti alternativi, come la cassa integrazione, i contratti di solidarietà, l'applicabilità della legge 416 e altre forme di riduzione dell'orario lavoro'', come il part time. ''È un segnale chiarissimo - commenta il cdr - della mancanza di volontà di aprire un confronto''. (ANSA) Comunicato dal Cdr del Mattino 29 settembre - Il Cdr del Mattino di Napoli esprime solidarietà ai colleghi de La 7 impegnati in una dura vertenza sindacale in seguito all'annuncio del licenziamento di 25 redattori. In un momento decisivo della trattativa nazionale sul contratto, si tratta di serrare i ranghi e mantenere una posizione ferma, nella difesa di uno strumento che rappresenta la volontà dei giornalisti italiani di non chiudere gli occhi davanti ai cambiamenti della professione e dell'intero settore. Si chiedono sacrifici e responsabilità ai giornalisti, ma oggi si impone la stessa richiesta di chiarezza e impegno agli editori. E' già sufficiente a rendere complicato il quadro il clima di queste settimane (norme sulle intecettazioni, perquisizioni ai giornalisiti, azzeramento della dialettica sindacale nelle aziende); qualsiasi sfaldamento interno alla categoria rischierebbe di minare il percorso fin qui seguito dall'Fnsi. Comunicato del cdr di Libero 30 settembre - Il Comitato di redazione di Libero esprime la sua piena solidarietà ai colleghi di La 7, che protestano contro la decisione aziendale di allontanare dal lavoro 25 giornalisti a tempo indeterminato e bloccare i contratti a termine, e ai colleghi del gruppo Gruner und Jahr che hanno scioperato contro il piano aziendale di riduzione degli organici e contro il licenziamento arbitrario di un collega senza giusta causa e senza ricorrere alle procedure previste dal contratto. Il Cdr di Libero ritiene che l'attuale situazione critica della categoria sia aggravata dalla mancanza di un contratto nazionale. Quello attuale è scaduto da quasi quattro anni e, firmato nel 2001, non è più adatto a regolamentare una realtà molto cambiata e in continua mutazione. L'assenza di regole contrattuali adeguate, assieme all'attuale situazione economica, pone i Comitati di redazione e i colleghi - sia assunti che precari - nella situazione di non avere più gli opportuni strumenti per difendersi, anche di fronte al comportamento di alcuni editori. È compito della Fnsi continuare nel tentativo di costruire con un nuovo contratto un quadro di riferimento normativo che confermi il molo dei giornalisti e rilanci la professione. LA7; MICELI (SLC-CGIL), SERVE CONFRONTO AMPIO ROMA, 1 OTT - ''Dopo Telecom, anche La 7 ha deciso di imboccare la via breve dei licenziamenti per affrontare la difficile situazione finanziaria dell'azienda. Ci troviamo dunque di fronte ad una strategia generale che tende ad individuare nel taglio del personale l'obiettivo prioritario per determinare condizioni di rilancio dell'azienda e del gruppo''. Lo dice Emilio Miceli, segretario generale Slc-Cgil. ''Se è vero, come affermato dall'amministratore delegato Dott. Stella, che La 7 perde cinquecentomila euro al giorno, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una situazione pesante su cui è necessario un confronto di merito, serio sull'insieme dell'attività dell'azienda e non solo sul personale. Lo diciamo - continua Miceli - perchè non è chiara ancora quale sia la vera direzione di marcia che il management vuole intraprendere. Si taglia tra i giornalisti; si tagliano format importanti e di successo; si annuncia la soppressione del settore tele cineoperatori. Si ha la sensazione, dunque, che il management abbia perso di vista il tema centrale per una emittente: quello di investire per aumentare gli ascolti e dunque gli introiti pubblicitari. Lo diciamo perché La 7 per anni ha accettato di non interferire con la legge ferrea del duopolio per scelta politica, ed oggi avvia un piano di ristrutturazione che magari farà risparmiare, ma che al contempo rischia di indebolirla sui mercati dell'informazione, della cultura e dell'intrattenimento. Per questi motivi è necessario che il confronto - conclude - avvenga contemporaneamente sul piano industriale e sulle scelte editoriali ed è necessario che a quel tavolo siano presenti tutte le componenti sociali ed imprenditoriali dell'azienda''. (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati