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Editoria 30 Nov 2010

Mafia: Mario Ciancio Sanfilippo indagato per concorso esterno a Catania L'editore: “Non ho mai commesso illeciti, sono nuovamente diffamato”

L'editore e editore del quotidiano La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo, sarebbe iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno all'associazione mafiosa dalla Procura della Repubblica di Catania. Lo scrive il Fatto quotidiano.

L'editore e editore del quotidiano La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo, sarebbe iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno all'associazione mafiosa dalla Procura della Repubblica di Catania. Lo scrive il Fatto quotidiano.

L'inchiesta sull'ex presidente della Fieg e consigliere d'amministrazione dell'ANSA, già riportata da Report nel marzo del 2009, si innesta su un fascicolo aperto sulla costruzione di un centro commerciale a Catania. Nel fascicolo, aperto all'inizio dello scorso anno, sono confluiti anche dichiarazioni di Massimo Ciancimino sull'acquisizione di una quota del pacchetto azionario del Giornale di Sicilia di Palermo da parte di Mario Ciancio, nel quale avrebbe avuto un ruolo l'ex sindaco del capoluogo regionale siciliano, e la restituzione all'editore di oggetti d'arte che erano stati rubati nella sua abitazione.

La Procura sta valutando anche la pubblicazione di un comunicato su La Sicilia della nomina del nipote incensurato del boss Ercolano alla guida della sezione catanese della Federazione autotrasportatori e di una lettera dal carcere di Vincenzo Santapaola, figlio del capomafia Benedetto.  (ANSA)

MAFIA: CIANCIO, MAI COMMESSO ILLECITI, NUOVAMENTE DIFFAMATO

''Nessuna novità rispetto alla trasmissione ''Report'' di un anno e mezzo fa, per la quale ho da tempo proposto una causa risarcitoria innanzi al Tribunale di Roma''. Lo afferma l'editore Mario Ciancio commentando l'indiscrezione  del Fatto quotidiano su un'inchiesta della Procura di Catania.

''A parte l'originale titolo calunnioso - aggiunge Mario Ciancio - il Fatto Quotidiano ripropone le stesse, trite falsità ed insinuazioni. Se gli autori dell'articolo avessero letto tutti gli atti e i documenti che ho depositato davanti al Tribunale di Roma, avrebbero appurato che non ho mai commesso alcun illecito. Evitando, così, una nuova diffamazione in mio danno. Per la quale - conclude l'editore - mi riservo ovviamente ogni opportuna azione. Quanto alla presunta indagine penale, se davvero esistente, ne attendo fiducioso l'esito''. (ANSA)

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