Le storie dei giornalisti italiani che sfidano la mafia sbarcano Oltralpe. Qualche settimana fa, la trasmissione 'Le Tube', programma televisivo sul mondo dei media condotto da Isabelle Ithurburu, in onda ogni sabato su Canal+, ha dedicato un lungo servizio ai cronisti costretti a vivere sotto scorta per via del loro lavoro di denuncia della criminalità.
Nel servizio, dal titolo 'Giornalisti che sfidano la mafia', l'inviata Lilia Bousfoul incontra Paolo Borrometi, Marilena Natale, Daniele Piervincenzi, l'ex presidente del Senato ed ex capo della Direzione nazionale antimafia, Pietro Grasso. Il racconto che emerge è la fotografia di una situazione difficile, dove alla mafia che tenta di imbavagliare i cronisti lo Stato risponde garantendo protezione ai giornalisti minacciati, «e quindi alla libertà di stampa», osserva Grasso.
«La mafia è la malattia della democrazia. Il giornalismo è la medicina specifica di questo veleno», dice Alessandro Sortino, autore della trasmissione 'Nemo – Nessuno escluso' per conto della quale Piervincenzi lo scorso 7 novembre si trovava a Ostia per intervistare Roberto Spada.
Il giornalista ricevette una testata in volto. Per quell'aggressione, Spada è stato da poco condannato in primo grado a sei anni di carcere. Il giudice ha riconosciuto l'aggravate dal metodo mafioso contestato dalla procura.
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Di seguito il servizio andato in onda il 12 maggio scorso durante la trasmissione 'Le Tube' (in francese).