L'Associazione Stampa Toscana esprime «forte preoccupazione per la situazione che si sta creando all'Università di Siena e per le intenzioni manifestate dal Rettore magnifico, Francesco Frati, di chiudere l'ufficio stampa di Ateneo e accorparlo ad un altro ufficio, nella specie l'ufficio della Comunicazione».
In risposta «alla legittima richiesta di sostituzione per il congedo di maternità di una collega giornalista – spiega, in una nota, il sindacato regionale – viene di fatto proposta la soppressione dell'ufficio stampa, con un'azione di riorganizzazione che non risponde ad alcuna logica di efficienza del servizio e non tutela le professionalità giornalistiche delle colleghe che da anni con impegno lavorano all'Università».
Prosegue l'Assostampa: «È inaccettabile che una professionista dipendente della Pubblica Amministrazione debba preoccuparsi di non ritrovare il suo ufficio al ritorno dal periodo di congedo che le spetta per diritto. È molto grave che si approfitti di un momento di temporanea debolezza per cancellare un servizio che funziona e ha sempre funzionato, come riconosciuto sia all'interno che all'esterno dell'istituzione».
La proposta di accorpamento tra uffici, incalza l'Ast, «non tiene inoltre conto delle incompatibilità tra attività di informazione e comunicazione, da cui discendono problematiche importanti per il rispetto del codice deontologico e etico a cui la categoria professionale dei giornalisti è chiamata. Ancora più preoccupante il fatto che l'Amministrazione dell'Università di Siena risponda con il silenzio ai numerosi tentativi di confronto e alle richieste di informazioni e chiarimenti da parte del sindacato di riferimento, negando di fatto l'apertura di un dialogo. Un atteggiamento di chiusura – conclude l'Assostampa – che dimostra una incomprensibile volontà di delegittimare l’organismo sindacale che potrebbe intraprendere, come estrema ratio, un’azione legale diretta a far cessare la condotta antisindacale posta in essere dall’Ente».