''Crescente preoccupazione per il clima di insofferenza e di ostilita' che si sta manifestando contro il giornalismo libero e indipendente e contro il diritto dei cittadini a un'informazione completa e corretta'' e' stata espressa dal Consiglio nazionale dell' Unci (l' Unione dei cronisti italiani) che, riunito a Viareggio per il Premio cronista, lancia ''un appello per una mobilitazione generale contro le norme liberticide''.
''In particolare negli ultimi anni - rileva un documento - si assiste a un attacco sistematico alla professionalita' del giornalista con l'omerta' degli stessi editori che incuranti della dequalificazione del prodotto e per miopi calcoli commerciali scelgono di sfruttare i precari iscritti e non iscritti all' ordine professionale. Mentre le fonti di informazioni pubbliche e private rispondono sempre meno alle elementari regole di neutralita' e imparzialita' per enfatizzare il ruolo dei poteri a scapito della verita' dei fatti - prosegue l'Unci - il muro censorio specie nei confronti dei cronisti si sta costruendo persino mediante atti legislativi''. Il documento cita, fra ''i piu' clamorosi la riforma della legge sulla diffamazione con i suoi contenuti intimidatori (o carcere o interdizione dalla professione o supersanzioni), la riforma del Codice militare che prevede il carcere per i giornalisti che rivelino presunti segreti anche nelle missioni di pace, le interpretazioni restrittive della legge sulla privacy da parte delle amministrazioni pubbliche, la riforma dell'ordinamento sulla giustizia con norme liberticide che - secondo i cronisti - hanno l' effetto di omologare la comunicazione delle Procure, e, infine, il ddl sulle intercettazioni telefoniche e sulla pubblicita' degli atti giudiziari anche laddove non sussiste piu' il segreto''. ''E' con queste vecchie e nuove reti di divieti, di reticenze, di segreti, spesso di Pulcinella, che i cronisti debbono fare i conti. Pertanto, il Consiglio nazionale dell' Unci si appella alla Fnsi e a tutti gli organismi della categoria affinche' sostengano le legittime ragioni professionali non solo dei cronisti, ma di tutti i giornalisti, chiamando alla mobilitazione generale contro le suggestioni liberticide del sistema dei poteri nell'ambito degli scioperi per il contratto e della vertenza politica sull'informazione proposta dall'Unione cronisti e sostenuta dalla Federazione della Stampa in difesa dei valori democratici e dei principi costituzionali della libera professione''. (ANSA)