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Carta di Roma 07 Set 2015

L’Associazione Carta di Roma lancia #Nohatespeech, Fnsi con i ‘giornalisti contro i discorsi d’odio’

L’Associazione Carta di Roma, insieme alla European Federation of Journalists e Articolo 21 e con l’adesione dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione nazionale della stampa italiana e dell’Usigrai, lancia la campagna #nohatespeech. Perché “impedire la diffusione dell’odio non è solo un atto di responsabilità civile: è, per chi fa il giornalista, l’adempimento delle regole-base della professione”.

L’Associazione Carta di Roma, insieme alla European Federation of Journalists e Articolo 21 e con l’adesione dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione nazionale della stampa italiana e dell’Usigrai, lancia la campagna #nohatespeech. Perché “impedire la diffusione dell’odio non è solo un atto di responsabilità civile: è, per chi fa il giornalista, l’adempimento delle regole-base della professione”.

“Bannare i forsennati del cyber-razzismo, impedire la diffusione dell’odio non è solo un atto di responsabilità civile. È, per chi fa il giornalista, l’adempimento della regola-base della professione, quella che impone a tutti i giornalisti il dovere di restituire la verità sostanziale dei fatti”.
Inizia così l’appello con il quale l’Associazione Carta di Roma, insieme alla European Federation of Journalists e Articolo 21 e con l’adesione dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione nazionale della stampa italiana e dell’Usigrai, lancia la campagna #nohatespeech e la raccolta di firme contro la diffusione dell’odio “a mezzo stampa”, per contrastare l’hate speech online e isolare i suoi promotori.
La campagna si rivolge ai giornalisti, ai media e ai loro editori, ai lettori/ascoltatori e ai social network chiedendo:
- ai giornalisti di non restare passivi di fronte ai discorsi d’odio. I discorsi d’odio non sono “opinioni”: trovando il loro fondamento nel razzismo, sono brutali falsificazioni della realtà e contraddicono non solo i principi basilari della convivenza civile, ma tutte le acquisizioni scientifiche. È un dovere professionale confutare le affermazioni razziste, chiarire ai lettori e agli ascoltatori la loro falsità intrinseca;
- ai lettori e agli ascoltatori di isolare chi esprime discorsi di odio, di non intavolare con loro alcun dialogo, nemmeno attraverso risposte indignate, e di evitare qualunque atto che possa anche parzialmente legittimarli come soggetti di un confronto. I lettori e gli ascoltatori sono invitati a segnalare alle redazioni i discorsi d’odio perché possano essere cancellati e perché i loro autori vengano privati della possibilità di nuocere e, quando è previsto dall’ordinamento dello Stato, denunciati all’autorità giudiziaria;
- alle testate giornalistiche italiane ed europee e ai loro editori di attuare delle procedure di moderazione che consentano di sopprimere tempestivamente i commenti d’odio e di bannare i loro autori;
- ai proprietari e agli amministratori dei social network di adottare procedure semplificate per sostenere le redazioni giornalistiche e gli utenti nel segnalare i discorsi d’odio ed escludere i loro autori dalla comunità della rete.
Come scrive Domenica Canchano, direttore responsabile del sito cartadiroma.org: “la rete è oggi una delle trincee più avanzate ed esposte nella lotta al razzismo e alla xenofobia. Non è solo un problema di addetti ai lavori, è una ‘battaglia’ di civiltà in cui ogni coscienza libera da pregiudizi può e deve fare la propria parte. A cominciare dal mondo, troppo spesso silente o sulla difensiva, dell’informazione”.
Per questo l’obiettivo della campagna è quello “di non giocare sulla difensiva, ma di riscrivere, assieme, un vocabolario della corretta informazione, un vademecum per contrastare i  seminatori di odio e di intolleranza che si annidano nel web, ma anche per smontare quei luoghi comuni che affiancano, e in diversi casi interagiscono, con i razzisti della rete. Un impegno che deve coinvolgere gli operatori dell’informazione, a tutti i livelli”.
Qui il link per firmare la petizione online.

@fnsisocial

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