Torna il premio dedicato alla memoria di Pio La Torre, sindacalista e parlamentare, noto per il suo impegno sui temi della lotta alla mafia, per la pace, la democrazia e la legalità, ucciso a Palermo il 30 aprile 1982, assieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo.
Promosso da Cgil nazionale, Avviso Pubblico e Federazione nazionale della Stampa italiana, il premio vuole valorizzare, con riconoscimenti e menzioni speciali, casi ritenuti di alto valore civile e politico aventi come protagonisti sindacalisti, amministratori locali, dipendenti pubblici e giornalisti che, svolgendo la loro attività, si sono particolarmente distinti nella difesa della democrazia, nella prevenzione e nel contrasto alle mafie, alla corruzione, all'illegalità e per la diffusione di una cultura della legalità e della responsabilità.
La data simbolo del premio è il 13 settembre: il giorno in cui, nel 1982, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il testo della legge n. 646, meglio nota come legge Rognoni-La Torre, con la quale per la prima volta veniva introdotto nell'ordinamento italiano il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso e la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati da parte di coloro che si erano macchiati di tali reati.
La cerimonia dell'edizione 2022 del riconoscimento si terrà a Bologna, in collaborazione con l'Università, in occasione della Summer School che svolgerà un approfondimento sulla legge Rognoni-La Torre quarant'anni dopo l'approvazione.
Ad animare l'incontro: Mattia Motta, segretario generale aggiunto della Fnsi; Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e presidente della giuria del premio; Maurizio Landini, segretario generale della Cgil; Roberto Tartaglia, vicecapo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria; Giuliano Turone, giudice emerito della Corte di Cassazione.
«Il conferimento del riconoscimento alla memoria di Pio La Torre – rilevano i promotori – intende evidenziare come nella società civile e nel mondo delle professioni che rappresentiamo vi siano persone, sindacalisti, giornalisti, amministratori locali, che con passione, coraggio e competenza, esercitano questa azione: sono i nostri anticorpi contro l'illegalità, che vanno coltivati, sostenuti e riconosciuti».