“Se in Italia per l’editoria vigesse un serio statuto dell’impresa simile al codice etico della Lega calcio inglese per le proprietà delle squadre di football, probabilmente, non avremmo oggi il rischio chiusura de ‘L’Ora della Calabria’. Allora in Inghilterra un condannato anche solo in primo grado per un problema con il fisco non può possedere una società di calcio, come è capitato all’imprenditore italiano che si è visto negare, per questo, il titolo ad acquisire il Leeds, di cui già aveva pagato il costo della maggioranza delle azioni.
In Italia chi sta in queste condizioni o è anche più esposto e deve fare i conti con la giustizia può avere giornali o televisioni tranquillamente. E’ stato cancellato perfino il codice del vecchio Garante dell’Editoria (anni Novanta) che imponeva di ricondurre sempre la proprietà di azioni in imprese editoriali a persone fisiche.
L’accorato allarme, lanciato dal comitato di redazione perché imprenditori onesti si facciano avanti a salvare le possibilità di far circolare la libera informazione in una regione delicata come la Calabria è oggi perciò di estrema rilevanza e ha la piena solidarietà di tutto il Sindacato dei giornalisti della Calabria e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Alla magistratura, che sta compiendo il suo dovere, l’invito a far luce presto su tutte le eventuali problematiche. A chi intendesse seriamente fare editoria, l’appello a trovare forme di gestione che consentano la prosecuzione dell’attività editoriale in condizioni di massima trasparenza e sicurezza, sganciata da qualsiasi altro interesse che non sia quello di non far mancare il bene informazione, valore di interesse pubblico per la democrazia e il pluralismo.
Un serio statuto di impresa - battaglia che il Sindacato dei giornalisti rilancia con forza in questa circostanza specifica - non avendovi mai rinunciato nonostante i ripetuti silenzi istituzionali e politici – avrebbe messo l’industria dell’informazione del nostro Paese al riparo da gravi guai e almeno alla pari con il rigore etico della Lega calcio inglese, che pure non ha obblighi speciali sui beni comuni.
Il Sindacato dei giornalisti, nel denunciare, ancora una volta, stridenti e gravi vuoti per le garanzie che devono offrire alla collettività le imprese dell’informazione libera e plurale, rinnova la preoccupazione per le sorti de ‘L’Ora della Calabria’ e per i posti di lavoro dei colleghi ai quali conferma la massima solidarietà.” Roma, 27 marzo 2014
LO RENDE NOTO CON UN EDITORIALE, IL DIRETTORE LUCIANO REGOLO
"L'ORA DELLA CALABRIA RISCHIA CHIUSURA"
Il quotidiano "l'Ora della Calabria, rischia la chiusura. Lo rende noto oggi, con un editoriale, il direttore Luciano Regolo. Il giornale, nelle scorse settimane, è stato al centro di un'accesa polemica dopo le accuse rivolte allo stampatore Umberto De Rose di aver bloccato le rotative per evitare pubblicazione del giornale di una notizia che riguardava il figlio del senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Gentile, poi costretto alle dimissioni da sottosegretario.
"Come vi avevo già rivelato - scrive Regolo - il nostro giornale ha accumulato nell'esercizio precedente un forte passivo. L'editore non è più in condizione di ricapitalizzare e quindi domani verrà nominato un liquidatore". Regolo sostiene che Umberto De Rose, stampatore del giornale, "avrebbe fatto sapere che acquisirà, come principale creditore, questa testata che in questo periodo sta registrando ottimi risultati, in termine di vendite e di introiti pubblicitari. Io spero per la Calabria intera, per i valori in cui non smetterò mai di credere, che ciò non accada. Ma se dovesse succedere, - aggiunge - non gongolino i De Rose, gli Scopelliti e i Gentile. Noi - continua – non taceremo, continueremo la nostra lotta per la libera informazione. Non so per quanto ancora andremo in edicola. Da domani potrebbe essere l'ultimo giorno, non abbiamo certezza di alcunché, a parte del nostro credo fermo nella verità e nella giustizia. Ma crediamo anche nei calabresi, numerosi, che ci stanno sostenendo, e che di certo non assisteranno passivi a ciò che si sta consumando, e riconosceranno un'eventuale Ora della Calabria imbavagliata". (CATANZARO, 27 MARZO - AGI)