Nella mattinata del 5 giugno 2023, all'interno della sala Walter Tobagi della sede della Fnsi a Roma, si è svolto il corso di formazione dell’Ordine dei giornalisti del Lazio dal titolo "L'impatto dei social network sul giornalismo. Intelligenza artificiale, responsabilità e deontologia tra informazione e comunicazione", organizzato da Ivano Maiorella e Maurizio Di Schino.
Ad aprire il dibattito il segretario vicario della Federazione nazionale della Stampa italiana, Domenico Affinito. L’incontro di formazione è proseguito con l’intervento di Lorenzo Boffa, Innovative communication manager, che ha illustrato ai presenti la funzionalità e le peculiarità dei sistemi di Ai più conosciuti, in particolare ChatGpt.
Tra i relatori anche Barbara Carfagna, giornalista del Tg1: «ChatGpt non è uno strumento ma un agente, si tratta di un salto notevole rispetto al passato. Siamo nel mezzo di una guerra informativa. Bisogna avere la consapevolezza che quello che produce ChatGpt non è un ragionamento ma un prodotto di dati statistici. Il termine intelligenza artificiale è sbagliatissimo, l'intelligenza artificiale non è intelligente ma efficiente. L'intelligenza umana non è frutto solamente di un ragionamento, l'agente artificiale usa la parola senza avere la correlazione con il sentire. Stiamo passando ad una nuova era: dobbiamo fare questo salto, e se non creiamo un nuovo sistema in cui agire insieme agli agenti artificiali siamo destinati all'irrilevanza».
Pasquale Mallozzi, giornalista e docente di Scienze della Comunicazione presso UniCusano, ha aggiunto: «La novità è che questa cosiddetta intelligenza artificiale comunica. La comunità umana si costruisce attorno alla comunicazione».
La mattinata è stata chiusa dalle parole di Vittorio Roidi, presidente del Consiglio di disciplina dell’Odg del Lazio: «Qui dentro sono il più vecchio, e anche il più preoccupato. Le regole della deontologia sono vecchie ma sono destinate a rimanere quelle. Sto discutendo di questo in una sala in cui sono state approvate delle regole che valgono per i giornalisti. ChatGpt può essere la “mazzata” finale per i giornalisti, una categoria già in grave crisi, uno strumento che può essere pericoloso in mano a certi editori. Al momento non ci sono regole sull'intelligenza artificiale e non ne stanno comparendo».