Egregio Presidente Renato Soru Da settimane attendiamo invano di poterLa incontrare e speriamo vivamente che questa ulteriore sollecitazione sortisca buon esito. Per giovedì 3 luglio è fissata l'assembla dei nuovi soci della Nie che è azionista di maggioranza de l'Unità, chiamata a nominare il nuovo consiglio di amministrazione, che a sua volta dovrà nominare il suo presidente e il nuovo amministratore delegato.
L'assemblea precedente del 6 giugno è andata deserta. Da oltre un mese la società è «governata» da un consiglio di amministrazione e da un amministratore delegato espressione della vecchia proprietà, in «proroga», e quindi vincolati alla sola gestione ordinaria. Questa inusuale e lunga proroga non ha aiutato e non aiuta sicuramente il rilancio che tutti auspichiamo e che richiederebbe da subito nuove capacità manageriali e visione strategica che ci aspettiamo dalla nomina degli organi di governo della società. Come sa, abbiamo accolto con favore la notizia che Lei è divenuto il nuovo editore de l'Unità. Il Cdr e la redazione tutta si sono spesi non poco perché si definisse un assetto proprietario rispettoso della storia del giornale e consapevole dell'esigenza di nuovi investimenti per il rilancio della testata. La Sua vicenda imprenditoriale e Sue prime dichiarazioni hanno confermato favorevolmente le nostre aspettative. Le abbiamo apprezzate e non abbiamo mancato di darne atto pubblicamente. Detto questo, però, a fronte dell'esigenza di rimettere in moto la macchina del giornale, abbiamo avvertito non poche incertezze. Che ci preoccupano, perché perpetuano lo stato di "galleggiamento" che pesa sulla testata da più di un anno e che sfianca una redazione mortificata nelle sue potenzialità e nelle professionalità. La stessa incertezza sulla direzione, d'altra parte, non consente al giornale di ripartire per affrontare con serenità un periodo tradizionalmente difficile come quello estivo, con conseguenti ricadute sulle vendite. Consapevoli dei Suoi numerosi impegni politici e imprenditoriali, le chiediamo – tuttavia – decisioni chiare, rapide e rispettose di chi dirige il giornale e di chi ci lavora. Riteniamo urgente, d'altra parte, l'avvio di una normale dialettica sindacale, che muova innanzitutto dal "presentarsi" e dal "conoscersi". E che, anche sulla base delle disposizioni contrattuali (nel rispetto di forme e sostanza della corretta interlocuzione tra giornalisti e editore), renda edotte rappresentanze sindacali e redazione sulle linee strategiche che guidano la nuova proprietà. Che questo confronto avvenga alla fine del lungo elenco di incontri sul giornale che hanno impegnato la nuova proprietà in queste settimane è già inusuale. Che lo si rimandi ancora costituirebbe un ulteriore elemento negativo. L'Unità è un bene prezioso. È interesse comune difenderlo e valorizzarlo sempre più. Cordialmente Il Cdr de l'Unità e i fiduciari delle redazioni di Bologna, Firenze e Milano (da l'Unità del 2 luglio 2008)