CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Uffici Stampa 03 Mar 2011

Lettera aperta al Magnifico Rettore dell’Università di Bari dal presidente dell’Assostampa di Puglia

Magnifico Rettore,l’esito della procedura di selezione, per soli titoli, di un giornalista per un contratto di consulenza annuale con l’Ufficio Stampa dell’Università di Bari ci impone alcune considerazioni. Innanzitutto, una premessa. Non sono qui in discussione né la regolarità formale della selezione né i titoli e le qualità del vincitore, al quale ribadiamo la nostra stima, né i criteri seguiti dalla commissione esaminatrice. Il punto è un altro.

Magnifico Rettore,
l’esito della procedura di selezione, per soli titoli, di un giornalista per un contratto di consulenza annuale con l’Ufficio Stampa dell’Università di Bari ci impone alcune considerazioni. Innanzitutto, una premessa. Non sono qui in discussione né la regolarità formale della selezione né i titoli e le qualità del vincitore, al quale ribadiamo la nostra stima, né i criteri seguiti dalla commissione esaminatrice. Il punto è un altro.

L’Associazione della Stampa di Puglia, come ricorderà, contestò la prima stesura di quel bando, perché prevedeva, fra l’altro, un requisito di ammissione a nostro giudizio illegittimo: l’iscrizione all’Ordine da almeno 25 anni. Fu lei – e di questo le fu dato pubblicamente atto – ad accogliere quel rilievo e a modificare il bando.
Adesso non si può non rilevare che il risultato di quella selezione rispecchia esattamente l’indirizzo della prima stesura del bando: il vincitore ha più di 25 anni di iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Il neoconsulente dell’Ufficio Stampa dell’Università di Bari è un giornalista pubblicista di 78 anni, che ha svolto ad alti livelli la professione di dirigente pubblico, oltre ad essere stato anche amministratore pubblico, dedicandosi, ma non in via esclusiva, all’attività giornalistica. Prendiamo atto che l’Università di Bari ha ritenuto di individuare i requisiti di alta professionalità, richiesti nel bando in un giornalista pubblicista, che nella propria vita ha esercitato principalmente un’altra attività.  Ribadita dunque la regolarità della selezione e tralasciando la differenza fra giornalisti professionisti e giornalisti pubblicisti, non soltanto formale, come dimostra la giurisprudenza lavoristica, non è possibile sottrarsi a considerazioni di natura “politica” che, ci auguriamo, l’Università di Bari vorrà tenere presenti per il futuro.
Può un’istituzione che forma i giovani, anche alla professione giornalistica (il master dell’Ordine dei giornalisti della Puglia è universitario), mandare a quegli stessi studenti (per non parlare degli inoccupati e dei disoccupati) che prepara alle sfide della professione e del mercato un messaggio come questo? Può affermare, in sostanza, che è giusto e sacrosanto studiare (pagando anche profumatamente l’iscrizione al master), ma quanto all’accesso al mondo del lavoro potrà avere la precedenza un pensionato, ossia chi i propri problemi, occupazionali ed esistenziali, li ha risolti egregiamente da tempo? Lo stesso discorso vale ovviamente per tutti quei giornalisti (anche pubblicisti che esercitano l’attività a tempo pieno), che pur in possesso di titoli e di professionalità acquisita sul campo stentano a trovare un’adeguata collocazione o hanno perso il posto di lavoro.
Non ci sfugge, illustre Magnifico, che non stiamo parlando di un rapporto di lavoro dipendente, ma di una consulenza, né che non potrà essere l’Università di Bari a risolvere i problemi dei numerosi giornalisti inoccupati e disoccupati. Se però i criteri di scelta sono questi, allora, la prossima volta, sarebbe meglio procedere per chiamata diretta. In questo caso, lei avrebbe potuto farlo senza alcun problema perché è espressamente previsto dalla legge. La selezione pubblica, da lei voluta per ragioni di trasparenza (anche di questo le abbiamo dato atto pubblicamente), richiederebbe a nostro avviso una maggiore attenzione alle condizioni del mercato del lavoro. Sarebbe un segnale decisamente più utile di tanti convegni sulla fuga dei cervelli ed eviterebbe a molti di pensare che le selezioni pubbliche sono soltanto una perdita di tempo e di denaro.
Raffaele Lorusso
Presidente Associazione della Stampa di Puglia

@fnsisocial

Articoli correlati