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Fnsi 04 Mar 2005

Le reazioni dopo la sparatoria Berlusconi: "Qualcuno si dovrà assumere le responsabilità". Siddi: "Prezzo alto per la liberazione di Giuliana Sgrena". Serventi Longhi: "Addolorato per la morte del funzionario del Sismi. Occorre continuare la

Le reazioni dopo la sparatoria Berlusconi: "Qualcuno si dovrà assumere le responsabilità". Siddi: "Prezzo alto per la liberazione di Giuliana Sgrena". Serventi Longhi: "Addolorato per la morte del funzionario del Sismi. Occorre continuare la mobilitazione per liberare gli altri ostaggi"

Le reazioni dopo la sparatoria Berlusconi: "Qualcuno si dovrà assumere le responsabilità". Siddi: "Prezzo alto per la liberazione di Giuliana Sgrena". Serventi Longhi: "Addolorato per la morte del funzionario del Sismi. Occorre continuare la mobilitazione per liberare gli altri ostaggi"

«Mentre la macchina su cui c'erano i tre funzionari nostri e la signora era ormai prossima all'aeroporto - ha detto Berlusconi ripercorrendo le tappe dello scontro con gli americani - e mentre uno dei funzionari era al telefono con il capostruttura per i preparativi per la partenza, l'auto si è trovata in un check point americano e si è dato il via ad una sparatoria. Alcuni colpi hanno colpito la macchina, il dirigente generale della Polizia di Stato Nicola Calipari ha coperto col proprio corpo la signora Sgrena ma è stato raggiunto da una pallottola purtroppo mortale». «Una scheggia - ha aggiunto il premier - ha colpito alla spalla sinistra la signora Sgrena e ha ferito anche gli altri due nostri funzionari. Siamo stati impietriti raggiunti al telefono proprio da questi funzionari che ci hanno raccontato l'accaduto». (ANSA). ''Ho convocato immediatamente l'ambasciatore americano, che dovra' chiarire il comportamento dei militari americani per un incidente cosi' grave di cui qualcuno dovra' assumersi le responsabilita'''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. ''Siamo rimasti impietriti quando siamo stati raggiunti dalla telefonata che ci ha informato di questa casualita'. Siamo rimasti al telefono attoniti. L'incidente che si e' purtroppo verificato e' stato molto vicino all' aeroporto: una sparatoria a un check-point americano''. Alcuni colpi hanno colpito la macchina. Un uomo e' stato colpito da una pallottola mortale. Siamo impietriti e attoniti per questa fatalita'''. (ANSA) «Ha comportato un prezzo alto la liberazione di Giuliana Sgrena». Commenta così il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Franco Siddi, la notizia dell'uccisione del funzionario del Sismi, Nicola Calipari. «La morte di un servitore dello Stato - aggiunge Siddi - nell'ambito dell'operazione che ha liberato la nostra collega vela la gioia, che rimane comunque immensa. In questo momento - conclude il presidente della Fnsi - ci stringiamo ai familiari della vittima e alle Istituzioni con tutto il nostro cordoglio e solidarietà». (ANSA). «Sono addolorato per la morte del funzionario del Sismi che ha sacrificato la propria vita per proteggere la giornalista Giuliana Sgrena e credo che si debba proseguire la mobilitazione per chiedere la liberazione degli altri ostaggi: Florence Aubenas ed il suo autista». Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, commentando le notizie che giungevano dall'Iraq sulla liberazione di Giuliana Sgrena e sui drammatici fatti che sono accaduti subito dopo. (ANSA). SGRENA: USA; CENTCOM CONFERMA SPARATORIA, APRE INDAGINE Il Centcom, il comando centrale delle forze americane, ha confermato che «forze della coalizione» a Baghdad sono state coinvolte nella sparatoria in cui è rimasta ferita Giuliana Sgrena e ucciso un agente del Sismi e ha preannunciato l'apertura di un'indagine. Il veicolo contro il quale i militari della coalizione hanno aperto il fuoco, ha detto all'Ansa il capitano Amy Salerno, una portavoce del Centcom a Tampa (Florida), viaggiava «a velocità molto alta» nell'avvicinarsi a un posto di blocco. «Verso le 8:55 di sera ora irachena - è la ricostruzione del Comando centrale, che controlla le forze Usa dal Corno d'Africa all'Asia centrale - forze della coalizione hanno aperto il fuoco contro un veicolo che si stava avvicinando a un posto di controllo in Baghdad a velocità molto alta». Il Comando centrale «conferma che la giornalista italiana liberata era uno degli occupanti ed è rimasta ferita e una seconda persona che si trovava sul veicolo è stata uccisa». I passeggeri dell'auto che sono stati feriti - ha aggiunto il capitano Salerno - «vengono curati dalle forze della coalizione nelle nostre strutture mediche». «L'incidente - sottolinea il Centcom - è sotto inchiesta e forniremo altri dettagli non appena saranno disponibili». (ANSA). SGRENA: CIAMPI INFORMATO DA LETTA IN DUE TEMPI: PRIMA AVVISATO DI LIBERAZIONE, POI DEL TRAGICO SCONTRO A Carlo Azeglio Ciampi la tanto attesa notizia della liberazione di Giuliano Sgrena l'ha data in anteprima il sottosegretario Gianni Letta. Con una prima telefonata, intorno alle 18,30, Letta ha dato la buona novella: è libera, è in mano nostra, la riportiamo in Italia. Ciampi era a Villa Rosebery, è stava avviando i colloqui con il suo ospite, il presidente tedesco Horst Koehler. Con lui ha condiviso la gioia per la fine di un'attesa osciante. E ha rilasciato una dichiarazione per esprimere la sua vivissima soddisfazione e dire un «bentornato» alla giornalista del Manifesto. Poco prima delle venti, mentre i telegiornali già mandavano in onda quella dichiarazione del capo dello Stato, Letta ha chiamato nuovamente Ciampi a Napoli e gli ha comunicato le drammatiche circostanze in cui era avvenuta la liberazione, lo scontro a fuoco, la morte di un agente di sicurezza italiano, il ferimento di un altro,il ferimento di Giuliana. Notizie che hanno conferito un sapore amaro all'iniziale momento di gioia. Ciampi, che già aveva espresso i più vivi complimenti ai liberatori, ha subito chiesto a Letta di esprimere ai familiari del «caduto» i sentimenti del suo profondo cordoglio, e ai familiari del ferito gli auguri di pronta guarigione. La vicenda, ha sottolineato, dimostra ancora una volta «il coraggio e l'abnegazione» degli uomini e delle istituzioni della sicurezza nazionale. A loro Ciampi si è rivolto manifestando la sua «commossa ammirazione». (ANSA) Un coro unanime di gioia per la liberazione di Giuliana Sgrena, presto incrinato dalla tristezza per la morte di Nicola Calipari, il funzionario del Sismi caduto sotto il fuoco di soldati americani ad un check point mentre l'operazione veniva portata a termine. E' la doccia scozzese delle notizie buone e di quelle tristi che determina le reazioni del mondo politico e istituzionale nel giorno in cui il rapimento, cominciato un mese fa, della giornalista del Manifesto, è finito con la morte di chi aveva lavorato per arrivare a questo risultato e con il ferimento della stessa Sgrena. Il tutto il quella che Berlusconi ha definito «un'ora di passione» trascorsa tra l'annuncio della liberazione e la notizia dell'uccisione del funzionario del Sismi. Assieme alla prima constatazione del capo dello stato, Carlo Azeglio Ciampi, che aveva accolto la liberazione sottolineando che stasera «l'Italia è unita» nel dare il «ben tornata» a Giuliana Sgrena, resta il dolore per la «fatalità», come l'ha definita il presidente del Consiglio, che è costata la vita a Calipari. Al funzionario del Sismi rendono quindi omaggio tutte le autorità dello stato, a cominciare da Ciampi, mentre Berlusconi annuncia la convocazine dell'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma e sottolinea che qualcuno dovrà assumersi la «responsabilità» dell'accaduto. Il presidente del Senato Marcello Pera invita ad «onorare Calipari per il suo sacrificio», mentre il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sottolinea come «gioia e tristezza» siano i sentimenti che si alternano nell'animo di tutti. La notizia della morte del funzionario dei servizi, infatti, ha gelato il fiorire di commenti che, da una parte e dell'altra, esprimevano la contentezza di tutti per quello che sembrava un lieto fine. E se qualcuno, come il ministro Maurizio Gasparri, ritiene che la morte di Calipari vada ora considerata «un altro tributo di sangue pagato dall'Italia per portare la democrazia in Iraq», e mentre Daniele Capezzone, dei Radicali, protesta per l'emergere di un «odio antiamericano» nei commenti, il segretario del Prc, Fausto Bertinotti si pone «interrogativi inquietanti» su quello che l'episodio rappresenta. Richieste di chiarimento vengono anche da Vannino Chiti, dei Ds, che rende omaggio al funzionario caduto per il suo gesto di «eroismo». Già prima che si sapesse dell'incidente con gli americani, qualche nota diversa si era sentita nei commenti, quando ad esempio l'opposizione metteva l'accento sulla vittoria del «popolo della pace», mentre il leghista Roberto Calderoli affermava che l'Italia si era dimostrata «più brava» della Francia nella liberazione degli ostaggi e che la libertà della Sgrana suonava come «una sconfitta di chi chiedeva il ritiro delle truppe». Parole stonate per il vicepremier Marco Follini, che tira un «sospiro di sollievo» per la Sgrena e avverte l'alleato che «non è certo questo il giorno delle divisioni». Nella Cdl, d'altra parte, si sottolinea soprattutto come il governo abbia lavorato «in silenzio». Un silenzio che, riconosciuto anche dal capo dello Stato come grande merito, è la virtù unanimemente riconosciuta a Gianni Letta, il sottosegretario protagonista del lavoro oscuro di questi mesi assieme ai servizi segreti. A Letta aveva rivolto un ringraziamento esplicito il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, sottolineando «le sinergie istituzionali» che avevano prodotto questo risultato. E Letta era stato ricordato dal coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, assieme al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, accomunati nel ringraziamento per aver «lavorato in silenzio». Se governo e maggioranza sottolineavano la vittoria di quella che Gianni De Michelis, del Nuovo Psi, definiva «la linea della discrezione e del silenzio», nell'opposizione si ricordava invece l'impegno e le voci che si erano alzate nella manifestazione di Roma dove, come aveva detto Romano Prodi, «c'era tutto il paese, fisicamente e moralmente».

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