«Contribuire ad accendere i riflettori sui temi legati al disagio sociale, spesso tralasciati dall'informazione mainstream, è un dovere del sindacato dei giornalisti. Il tema delle droghe è ancora oggi un tema controverso, perché quello che tende a prevalere è lo stereotipo, la narrazione di comodo. E invece è un tema che dovrebbe interrogare a fondo tutte le componenti della società». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, nel saluto introduttivo dell'iniziativa "Le droghe, oltre gli stereotipi" promossa martedì 16 novembre dall'area Welfare Cgil e da Collettiva.it, con il patrocinio della Federazione nazionale della Stampa italiana, nella sede nazionale della Confederazione.
«Quello delle droghe – ha aggiunto Lorusso – è un tema che andrebbe affrontato a 360 gradi perché quando parliamo di droga, ad esempio, parliamo di economia criminale. E questo tema merita di essere affrontato dall'informazione. Per fortuna ci sono colleghi e colleghe che, anche mettendo a rischio la propria incolumità, con il loro lavoro tentano di accendere i riflettori su malaffare e traffici illeciti».
Allargando lo sguardo, Lorusso ha evidenziato come esista poi «una dimensione sociale che si occupa delle vittime e anche qui – ha osservato – c'è molto da fare, perché questo aspetto andrebbe trattato non con una sorta di sguardo compassionevole, ma indagando e mettendo insieme reti di protezione e assistenza per chi finisce nelle maglie del consumo della droga».
È il tema delle politiche sociali, «che purtroppo in questo Paese stanno segnando il passo, insieme con le politiche del lavoro. L'Italia – ha concluso Lorusso – sta diventando un Paese in cui le disuguaglianze sono sempre più paradigma di questo momento storico. È invece necessario rimettere al centro della politica i temi che riguardano la dignità delle persone: lavoro, diritto alla vita sociale e all'istruzione. Di questo anche l'informazione dovrebbe occuparsi di più».
All'incontro, fra gli altri, anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che si è soffermato sulle diverse dipendenze oggi diffuse: non solo le droghe, ma anche l'azzardo o l'abuso di internet. «Usiamo la rete senza averne davvero il controllo, come luogo sostitutivo dei luoghi reali. Deve diventare uno strumento di democrazia e partecipazione, ma per ora lo stiamo usando con superficialità, come se tutti i problemi fossero già risolti e non è così. Siamo fruitori finali di una rete in cui ci sentiamo protagonisti senza esserlo. Un po' come accade con le droghe, che ti estraniano dal governo della tua esistenza. Le dipendenze, tutte le dipendenze, portano alla perdita della libertà», ha rilevato.