L'Autorità per le Comunicazioni multa Rai e Mediaset per avere "divorato"
troppa pubblicità
I due gruppi contestano la decisione di Cheli e annunciano ricorso
Siddi:"E' stata certificata
una situazione
di duopolio
nota da tempo
Il problema oggi
è la Gasparri"
A poco piu' di 24 ore dalla scadenza del suo mandato, l'Autorita' per le Comunicazioni decide di multare Rai e Mediaset per aver 'divorato' negli ultimi anni troppa pubblicita', ingessando il mercato. Una decisione che ha un po' il sapore di uno 'scatto di orgoglio' da parte dell'organismo di garanzia e in particolare del suo presidente, Enzo Cheli, e che e' anche una risposta a quanti, in questi mesi, hanno sottolineato la scarsa incisivita' degli interventi dell'Authority nel settore. La replica dei due gruppi non si fa attendere: ricorreremo - fanno sapere - in tutte le sedi. La multa - il 2% del fatturato pubblicitario del 2003, la quota minima previsto dalla legge Maccanico in caso di inottemperanza a provvedimenti relativi alle norme sulle posizioni dominanti, ma comunque una sanzione 'importante' - chiude formalmente il procedimento aperto dall'Autorita' a settembre dello scorso anno per verificare l'inottemperanza, da parte appunto di Rai, Rti e Publitalia '80, al richiamo formale a rientrare nei tetti della Maccanico indirizzato alle tre societa' dall'organismo di garanzia alla fine di giugno del 2003, dopo aver accertato lo sforamento dei limiti nel triennio 1998-200. Ma di fatto mette la parola fine a un lungo e faticoso periodo, sei anni - la prima istruttoria risale al dicembre 1999 - di indagini, audizioni e nessuna sanzione. ''Questa misura equa e moderata - ha commentato il commissario Paola Manacorda - chiude un periodo di accertamento e valutazione forse a volte un po' incerto, ma stabilisce con chiarezza che Rai, Mediaset e Publitalia hanno violato l'articolo 2 della legge Maccanico, superando ampiamente il limite del 30%. Di qui si riparte con le nuove norme''. La decisione - presa con una maggioranza di cinque si' contro due no (assenti i commissari Mario Lari e ovviamente Antonio Pilati, nel frattempo passato all'Autorita' Antitrust) - arriva a pochi giorni da un'altra pronuncia dell'Authority, quella relativa all'istruttoria sul mercato tv nel 2004 alla luce della nuova legge Gasparri. Anche nella delibera del 2 marzo, Cheli ha denunciato che il mercato della televisione e delle relative fonti di finanziamento e' ancora caratterizzato da una struttura ''marcatamente duopolistica'', a causa delle posizioni ''lesive del pluralismo'' di Rai e Mediaset: di qui sette 'remedies', misure correttive per evitare che le strozzature del mercato si trasferiscano anche nel digitale terrestre. Plaude il centrosinistra: ''Ora l'Authority e' piu' credibile'', commenta Paolo Gentiloni della Margherita, mentre dai Ds Giuseppe Giulietti si augura che ''tale decisione possa anche superare il giudizio del Tar'' e Vincenzo Vita parla di ''passo avanti verso il ripristino del pluralismo''. La Rai, intanto, fa sapere che ritiene ''infondata e ingiusta'' la sanzione e annuncia che ricorrera' ''nelle sedi competenti''. Sulla stessa linea Mediaset, che definisce ''inaudita e priva di alcun fondamento giuridico la decisione'' e annuncia ''immediato ricorso al Tar, sicura che nessuna multa dovra' mai essere pagata''. L'Autorita', spiega l'azienda di Cologno Monzese, ''non ha infatti sancito ne' contestato a Mediaset alcuna posizione illegittima ne' tantomeno ha mai imposto precisi comportamenti di ottemperanza. Il superamento del limite del 30% e' avvenuto, in linea con la legge Maccanico, solo e soltanto per sviluppo spontaneo dell'azienda e non per acquisizioni''. (ANSA). Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Le sanzioni adottate nei confronti di Mediaset e della Rai da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni segnalano in modo indiscutibile una condizione che era già nota ma che nessuno voleva certificare: c’è una posizione dominante nel mercato pubblicitario a vantaggio del duopolio televisivo. Questa circostanza andava sanzionata ben prima. La misura dell’Autorità è tuttavia un colpo di reni che consente all’attuale organismo di garanzia di chiudere con un atto dignitoso la sua esperienza. C’è solo il rammarico per una sanzione che viene adottata oggi sulla base di una legge non più in vigore, la cosiddetta Mammì, in base a limiti anticoncentrazione che la legge Gasparri ha nel frattempo eliminato. Il problema è però più che mai in piedi com’è in piedi quello dello squilibrio pubblicitario a danno degli altri soggetti, anzitutto della carta stampata, per i quali si è addirittura aggravato. Il provvedimento dell’Autorità richiede un sussulto di responsabilità da parte del Parlamento per una legislazione nuova e coerente con la questione di pluralismo che l’Authority oggi riporta al centro dell’agenda”.