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Uffici Stampa 08 Mar 2011

L'Assostampa di Puglia: "La decisione del neoconsulente per l'Ufficio stampa dell'Università di Bari di rinunciare al compenso non risolve anzi aggrava la situazione"

«La decisione del neoconsulente per l'ufficio stampa dell'Università di Bari, il 78enne Egidio Pani, di rinunciare al compenso di 18mila euro annui previsto nel bando, pur apprezzabile, non cambia la situazione, ma la aggrava». Lo sostiene il presidente dell'Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso, secondo il quale «l'Università di Bari manda al mondo del lavoro un messaggio devastante: »quello che - sottolinea Lorusso - la professione giornalistica non vale niente e che non c'è bisogno di stipulare regolari contratti di lavoro perchè c'è comunque chi è disposto a prestare gratuitamente la propria opera".

«La decisione del neoconsulente per l'ufficio stampa dell'Università di Bari, il 78enne Egidio Pani, di rinunciare al compenso di 18mila euro annui previsto nel bando, pur apprezzabile, non cambia la situazione, ma la aggrava». Lo sostiene il presidente dell'Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso, secondo il quale «l'Università di Bari manda al mondo del lavoro un messaggio devastante: »quello che - sottolinea Lorusso - la professione giornalistica non vale niente e che non c'è bisogno di stipulare regolari contratti di lavoro perchè c'è comunque chi è disposto a prestare gratuitamente la propria opera".

BARI, 8 MAR - La polemica tra Associazione della Stampa di Puglia e Università degli studi di Bari riguarda le circostanze che hanno portato il rettorato a stipulare un contratto annuale di consulenza per il servizio di comunicazione istituzionale dell'ufficio stampa dell'Università con un pubblicista di 78 anni, Egidio Pani, ex vicesindaco di Bari ed ex dirigente della Regione Puglia, dove ha anche svolto le funzioni di capo di gabinetto del presidente (in legislature passate). »In un contesto economico e produttivo - afferma Lorusso - in cui il sindacato dei giornalisti, a livello nazionale e locale, deve contrastare quotidianamente tanti editori ed avventurieri che, pur di massimizzare i profitti, riconoscono ai giornalisti, soprattutto ai più giovani, retribuzioni da fame, è grave, oltre che avvilente, apprendere che c'è chi, pur di occupare un posto, rinuncia a qualsiasi forma di compenso«. »La professione giornalistica, come tutte le altre, - conclude - ha regole e contratti che non possono essere aggirati, imboccando scorciatoie che spesso non servono neanche a salvare la faccia«. (ANSA).

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