L’assemblea dell’Associazione della Stampa di Puglia, allargata alla Consulta dei Comitati e dei fiduciari di redazione, riunitasi alla presenza di Marco Gardenghi, componente della giunta nazionale della Fnsi, esprime preoccupazione e sconcerto per il netto rifiuto degli editori di intraprendere la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da quasi due anni, e ribadisce il proprio sostegno alle iniziative che saranno decise dalla Federazione della Stampa italiana.
L’obiettivo degli editori è quello di cancellare tutte le forme di tutela e di garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza dei giornalisti per rendere il lavoro sempre più precario e, quindi, facilmente manipolabile e condizionabile. Chi controlla le imprese editoriali riceve ogni anno ingenti contributi da parte dello Stato. Non ci sono editori puri, ma nella quasi totalità dei casi soggetti che operano nei settori più disparati dell’economia: banche, assicurazioni, telecomunicazioni, edilizia. Per questo gli editori sognano di dare una spallata che stravolga le regole e lo spirito della nostra Costituzione. Vogliono continuare a godere delle provvidenze pubbliche, soldi di tutti i cittadini, ma nello stesso tempo lavorano per far sì che nelle redazioni ci siano pochi giornalisti, sempre più addomesticati e disponibili a confezionare il prodotto, agli ordini di capi che non siano più giornalisti ma dirigenti d’azienda, e masse di precari fuori a mandare notizie e articoli, senza alcuna tutela contrattuale e senza adeguata verifica delle fonti ed elaborazione critica. I giornalisti pugliesi, da sempre in prima linea nella lotta al precariato, particolarmente diffuso in questa regione, ritengono che ciò sia inaccettabile. I giornalisti della Puglia respingono questo tentativo e si schierano al fianco della Federazione nazionale della Stampa, assicurando la propria mobilitazione in vista delle iniziative, scioperi compresi, che saranno promosse nei prossimi giorni, in linea con le risultanze degli Stati generali della categoria tenuti nei giorni scorsi a Roma.