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Fnsi 05 Mar 2004

L’assemblea dei giornalisti Domus dice no a un contratto “diverso” per la stampa tecnica e specializzata

L’assemblea dei giornalisti Domus dice no a un contratto “diverso” per la stampa tecnica e specializzata

L’assemblea dei giornalisti Domus dice no a un contratto “diverso” per la stampa tecnica e specializzata

L’ipotesi di un contratto “diverso” da quello in vigore (Fnsi-Fieg) per i giornalisti che lavorano nelle case editrici aderenti all’Anes ha sollevato parecchio stupore tra i nostri colleghi che, tra l’editoria specializzata e no, non avvertono differenze tali da giustificare un contratto distinto. Soprattutto tenendo conto della tendenza a specializzarsi da parte di tutti i giornalisti, anche all’interno della cosiddetta stampa di informazione o d’opinione. Pensiamo ai colleghi specializzati in economia, critica televisiva, sport o gastronomia in pagine appositamente dedicate nei quotidiani o nei periodici più noti e che non si capirebbe perché dovrebbero avere un contratto diverso da chi, la stessa competenza, la mette al servizio di testate cosiddette specializzate negli stessi argomenti. In sostanza che differenza dovrebbe esserci tra il giornalista che scrive di automobili sulle pagine del Corriere della Sera (Rcs; Fieg) e quello che lo fa su Quattroruote (Domus; Anes)? Chi scrive di cucina etnica magari sull’Espresso (Repubblica; Fieg) e chi lo fa su Viaggi del Gusto (ancora Domus; Anes)? Chi scrive di turismo su Panorama Travel (Mondadori; Fieg) e chi lo fa su Tuttoturismo (di nuovo Domus; Anes)? È questo insieme di considerazioni che ha spinto i giornalisti della Domus, riuniti in assemblea il 19 febbraio 2004, a dichiarare il proprio no, forte e chiaro, a un contratto “diverso” per chi lavora nella stampa tecnica e specializzata, certi come sono che gli editori dell’Anes mirano a spendere meno e a strappare regole diverse a loro esclusivo vantaggio. Siamo peraltro convinti che, come in tutti i segmenti di attività, la specializzazione debba essere pagata di più, non di meno, e che necessiti di investimenti adeguati per essere continuamente aggiornata. Di esempi come quelli esposti sopra ce ne sarebbero a decine e potrebbero riguardare la folta platea degli editori Anes, associazione della quale il nostro editore è autorevole membro accanto a imprese di piccole dimensioni che distribuiscono spesso i loro prodotti in abbonamento gratuito, senza un riscontro efficace del gradimento da parte del lettore la cui misura è data, soprattutto, dalla sua disponibilità ad acquistare le pubblicazioni, in edicola o in abbonamento. Ciò non significa delegittimare la stampa più orientata al prodotto, che spesso è veicolata a spese dell’inserzionista. In questi casi, tuttavia, l’Ordine dei Giornalisti deve tutelare il rispetto della deontologia professionale. In assenza del rispetto di quel requisito fondamentale quelle testate devono essere considerate commerciali ed escluse da ogni agevolazione pubblica, addebitando agli editori e non ai giornalisti la responsabilità della commistione informazione-pubblicità. Insomma, sarebbe assurdo concedere tariffe postali di favore, sconti sulle linee telefoniche e agevolazioni sull’acquisto della carta all’editoria puramente commerciale. Questo, infatti, aggraverebbe il debito pubblico con evidente svantaggio per il cittadino contribuente. Crediamo invece che proprio questa logica non condivisibile stia tentando di imporre l’Anes chiedendo un contratto “diverso” per i giornalisti che lavorano nelle case editrici aderenti. Ma diciamo le cose come stanno: a che genere di contratto diverso potrà mai puntare se non a un contratto scontato per quanto riguarda stipendi e regole? Per tutelare i due valori, stipendi e regole, riteniamo sia nostro compito favorire lo sviluppo delle competenze giornalistiche, affinché la qualità dei colleghi che rappresentiamo possa essere apprezzata e pagata adeguatamente. E dobbiamo allo stesso tempo invitare certi editori ad andare in edicola a far comprare i loro giornali; o a convincere il loro target di lettori a sottoscrivere abbonamenti. Insomma, facciano meglio i loro giornali puntando sulla competenza dei giornalisti, in modo da evitare di regalare il prodotto ai lettori a spese dell’inserzionista, con gravi rischi di commistione tra informazione e pubblicità. Sul campo della qualità dobbiamo riconoscere al nostro editore la capacità di aver saputo tracciare un solco profondo tra sé e tanti altri aderenti all’Anes. Le nostre preoccupazioni sono tuttavia alimentate dal constatare un grave deterioramento del livello generale della produzione editoriale italiana. L’Ordine dei Giornalisti è intervenuto con autorevolezza invitando giornalisti e imprese a contrastare l’invadenza della pubblicità nell’informazione, ma temiamo che molti editori cedano al richiamo di compromessi sempre meno dignitosi sulla qualità del prodotto. Ma torniamo a riflettere sull’ambiguità del concetto espresso dai termini “stampa tecnica e specializzata”. Non vi rientrano anche, addirittura, dei quotidiani? Pensiamo al Sole 24 Ore, Italia Oggi, La Gazzetta dello Sport… o a periodici come Sorrisi e Canzoni per tv e spettacolo, Il Mondo per l’economia, Astra per gli oroscopi, Quattrozampe per gli amanti degli animali… senza dimenticare l’universo dei periodici femminili e maschili. Non è tutta stampa specializzata? E non è evidente che un editore aderente oggi alla Fieg aderirà domani all’Anes se gli converrà di più dal punto di vista economico e da quello normativo con l’approvazione di un contratto giornalistico diverso dal vigente Ccnlg? Noi inoltre non concordiamo con chi sostiene che il contratto Fnsi-Fieg è ritagliato su misura per i quotidiani. Nel corso dei vari rinnovi si sono aggiunte numerose modifiche che hanno seguito l’evoluzione della stampa periodica e anche dell’informazione on-line. Se qualcosa può essere ulteriormente migliorato lo si potrà fare benissimo sedendosi attorno a un tavolo, per discutere anche quelli che secondo noi sono degli utili cambiamenti da apportare al contratto già esistente. Non vorremmo che, inseguendo il mandato dell’ultimo congresso della Fnsi, che consiste nel contrattualizzare chiunque tratta informazione nelle case editrici, si finisse per appiattirsi sugli obiettivi e sui desideri di editori che puntano a trarre vantaggio dalle regole sulla libertà di stampa per arricchirsi con la scusa di essere piccoli. Ma quali piccoli! Nel nostro caso almeno, ma anche in altri se scorriamo l’elenco degli associati all’Anes, si tratta di imprese di notevoli dimensioni, talvolta di multinazionali. L’obiettivo dichiarato degli incontri Fnsi-Anes ben si inquadra nei tentativi, già portati avanti dalla Domus, di limitare i diritti dei giornalisti negando ad alcuni di loro una testata e un direttore di riferimento. È per questo che consigliamo al sindacato sia di muoversi con grande cautela su questo fronte, sia di pretendere dall’Anes, prima ancora di cominciare a discutere, il pieno rispetto dei diritti dei giornalisti già al lavoro. Affermiamo la necessità di verificare la qualità del lavoro giornalistico nelle testate Anes applicando il Ccnlg Fnsi-Fieg là dove ciò va fatto, senza partire subito immaginando sconti. Altrimenti daremmo l’impressione di volere far cassa con le quote d’iscrizione, o di voler cercare contributi pensionistici temendo difficoltà future dell’Inpgi. Il CdR Domus (Cristina Zerbi, Marco Ghezzi, Antonio Massa)

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