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Vertenze 07 Apr 2014

“La Voce di Romagna”: garanzie dei diritti e delle retribuzioni

“L'assemblea di giornalisti e collaboratori de “La Voce di Romagna”, consultatasi a Ravenna il 29 marzo e in votazione a maggioranza il 29-30 marzo, chiede all’editore e alla proprietà il rispetto dei seguenti punti:1) garantire le normali retribuzioni nei tempi previsti, paritariamente per tutti e per ciascuno;2) compiere ogni passo ragionevole per garantire la continuità aziendale, ovvero il passaggio ad un nuovo assetto proprietario, non scartando a priori nessuna soluzione, tanto meno quelle che consentono l’accesso ad ammortizzatori sociali.

“L'assemblea di giornalisti e collaboratori de “La Voce di Romagna”, consultatasi a Ravenna il 29 marzo e in votazione a maggioranza il 29-30 marzo, chiede all’editore e alla proprietà il rispetto dei seguenti punti:
1) garantire le normali retribuzioni nei tempi previsti, paritariamente per tutti e per ciascuno;
2) compiere ogni passo ragionevole per garantire la continuità aziendale, ovvero il passaggio ad un nuovo assetto proprietario, non scartando a priori nessuna soluzione, tanto meno quelle che consentono l’accesso ad ammortizzatori sociali.

Da settembre 2013 i giornalisti, i collaboratori e i fotografi della “Voce”, sempre corrispondendo lealmente a ogni direttiva ricevuta, hanno prestato la loro opera in condizioni proibitive e oggettivamente frustranti quando non impossibili, mettendo davanti al loro interesse quello del giornale: così ne hanno garantito l’uscita quotidiana, con i relativi ricavi per l’azienda, dando costantemente il massimo in termini di quantità di lavoro e qualità della prestazione. Non è una pretesa ma un normale diritto, sancito dai princìpi costituzionali fondamentali, dai codici e dal contratto di lavoro, esigere dalla proprietà e dall’editore risposte certe e concrete”. 4 aprile 2014

LA REPLICA DEL DIRETTORE

Il direttore della Voce di Romagna è da sempre vicino alle istanze dei colleghi fino al punto di avere incoraggiato la nascita del cdr in un giornale che ne era privo. Come autorevoli esponenti del sindacato possono testimoniare. Vicinanza ancora più profonda quando sono insorte difficoltà economiche gravi di fronte alle quali il direttore non è spettatore ma vittima al pari dei colleghi. In questa situazione il direttore ha fatto l'impossibile per sgravare i colleghi da impegni straordinari. Questo per spiegare che il direttore non è un terrorista antisindacale. Il comunicato riportato dal sito non ha avuto il placet del sottoscritto semplicemente perché non avallato dal cdr in quanto viziato nella forma e nel metodo.
 Nonostante questi vizi il direttore ha dato la sua disponibilità a incontrare il cdr lunedì mattina alle 10.30. Spiace rilevare che un'iniziativa personale metta a rischio un momento di confronto e faccia sentire solo il suono di una campana senza far ascoltare l'altra. 7 aprile 2014
 Stefano Andrini, direttore della Voce di Romagna

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