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Editoria 27 Lug 2023

La Stampa, l'assemblea dei giornalisti affida al Cdr 5 giorni di sciopero

La mobilitazione avverrà  a partire dal mese di settembre 2023 «se non saranno ripristinate immediatamente corrette relazioni professionali e sindacali nei confronti della redazione».

L'assemblea dei giornalisti de La Stampa ha consegnato al Cdr un pacchetto di 5 giorni di sciopero da attuarsi dal prossimo primo settembre «se non saranno ripristinate immediatamente corrette relazioni professionali e sindacali nei confronti della redazione». Lo comunica una nota in cui si precisa che «tale decisione deriva dallo sconcerto e dalla rabbia per come direzione e azienda stanno gestendo la vendita dei giornali locali Gnn del Nord Est, cessione non ancora perfezionata ma che ha già comportato il passaggio all'Ansa dei contenuti nazionali prima realizzati dalla nostra testata. Questo contratto ha comportato la chiusura del settore che si occupava di fornire i contenuti Stampa ai suddetti giornali. I colleghi sono stati ridistribuiti in altre sezioni del giornale, ma senza essere stati consultati o contattati, cosa espressamente richiesta dal Comitato di redazione alla direzione. Una mancanza di rispetto personale e professionale che l'assemblea stigmatizza e che è indice di una pessima considerazione del corpo redazionale».

«Solo un intervento del Cdr ha fatto sì che un caporedattore de La Stampa non venisse "prestato" per gestire i rapporti tra Ansa (altra testata) e i giornali locali Gnn che hanno un proprio direttore e una propria redazione», prosegue la nota sottolineando che «tutto ciò è avvenuto perché, come da troppo tempo accade, le decisioni giornalistiche vengono assunte a tempo scaduto, nella totale disorganizzazione e senza alcuna consultazione con i diretti interessati. Un atteggiamento che la redazione non è più disposta a tollerare, essendo anche una violazione del contratto nazionale».

«A ciò si aggiunge - prosegue la nota - la grave situazione che si denuncia da tempo: settori e redazioni sguarniti, colleghi usati come tappabuchi, mancanza di organizzazione del lavoro e di strategie chiare nella transizione al digitale, arroganza o indifferenza nei rapporti personali. Situazione non più accettabile. Finché i rapporti professionali e sindacali non saranno correttamente ripristinati dalla direzione, verranno interrotte tutte le iniziative non strettamente legate alla produzione del giornale e del sito, a tutela della qualità de La Stampa e per rispetto dei nostri lettori. Le relazioni potranno riprendere solo se si registrerà un deciso cambio di passo: la nostra nave oggi alla deriva deve tornare a essere l'imbarcazione corsara e agile prospettata dal direttore Massimo Giannini al momento del suo insediamento», conclude la nota. (Adnkronos, 26 luglio 2023)

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