L’arroganza del licenziamento, con la scusa del matrimonio ma di fatto come ritorsione per l’avvenuta elezione a fiduciaria sindacale di una giornalista televisiva di una emittente calabrese, “Esperia Tv” (denunciata con forza dal Sindacato dei giornalisti calabresi) è a tutti gli effetti un atto di illegittimità grave, di ingiustizia sanzionata da un tribunale della Repubblica. L’incredibile vicenda che, il 13 aprile dello scorso anno aveva avuto come vittima la collega Rosanna Caccavo, licenziata in tronco con l’incredibile giustificazione sopra citate si è chiusa con il pieno reintegro della collega e la condanna dell’azienda a risarcimento anche dei danni e al pagamento di stipendi e oneri sociali arretrati.
Il Tribunale di Crotone ha pesantemente sanzionato il comportamento dell’amministratore unico dell’emittente Esperia Tv, Fabiola Marrelli, nipote del Presidente del Gruppo nonché socio di maggioranza dell’azienda, Massimo Marrelli. E’ stata riconosciuta la nullità piena del licenziamento per quelle incredibili motivazioni che il Sindacato dei giornalisti calabresi aveva impugnato assistendo con il proprio avvocato, Maria Grazia Mammì, la collega Caccavo.
“E’ davvero incredibile che nel XXI secolo – osserva il Segretario della Fnsi, Franco Siddi - ci siano comportamenti come quelli assurdi di violenza civile senza pari adottati contro la Caccavo da Esperia Tv. L’atto di giustizia compiuto dalla magistratura evidenzia quanto gravi e pericolose siano le pratiche di gestione di settori dell’informazione fuori dalle regole della civiltà del lavoro e della stessa legalità costituzionale. La sentenza valga, dunque, come monito per quegli imprenditori arroganti che pensano di poter disporre a proprio piacimento dell’informazione e della dignità di chi è chiamato ad assicurarla con lealtà ai cittadini. Per noi continua sul piano culturale e concreto la lotta senza quartiere agli abusi e alle discriminazioni nel lavoro”.
Dal canto suo il Segretario del Sindacato dei giornalisti calabresi, Carlo Parisi, vicesegretario Fnsi, ribadisce con fermezza la linea e il sostegno del Sindacato ai colleghi minacciati da atti di ingiustizia di questo tipo: “La decisione del Tribunale di Crotone – afferma – rende giustizia a una giornalista seria e preparata, brutalmente messa alla porta da una azienda che, avendo mal digerito la sua elezione a fiduciario di redazione, credeva, forse, di poter gestire la vita e la dignità delle persone con i metodi usati nelle piantagioni di cotone. Ciò è inammissibile e fenomeni di questo tipo continueremo a combatterli con ogni mezzo a disposizione del Sindacato che non arretra di fronte a queste violenze. La difesa dei giornalisti veri è e resta un punto di impegno e lotta civile a tutela dei colleghi e della libertà dell’informazione”.
ESPERIA TV CONDANNATA: LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO
IL TRIBUNALE DI CROTONE REINTEGRA ROSSANA CACCAVO DIFESA DAL SINDACATO DEI GIORNALISTI
CROTONE – Esiste, eccome, un giudice a Berlino, ma esiste soprattutto a Crotone. Il Tribunale della città calabrese ha, infatti, reintegrato sul posto di lavoro la giornalista Rossana Caccavo, fiduciario di redazione dell’emittente televisiva Esperia TV, licenziata in tronco “con effetto immediato”, il 13 aprile 2013, dall’amministratore unico Fabiola Marrelli, nipote del presidente del Gruppo e socio di maggioranza, Massimo Marrelli, e dell’attuale presidente f.f. della Giunta regionale della Calabria, Antonella Stasi.
Il giudice del lavoro Federica Colantonio, accogliendo pienamente la tesi difensiva dell’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria, rappresentato dall’avvocato Mariagrazia Mammì, ha dichiarato, infatti, la nullità del licenziamento impugnato “per causa di matrimonio – art. 35 del decreto legislativo 198/2006 – nonché perché ritorsivo in quanto intimato dall’azienda in seguito all’elezione della giornalista a fiduciario di redazione di Esperia TV”.
Nella sentenza, il Tribunale di Crotone, bocciando in toto le tesi dell’emittente del Gruppo Marrelli, difesa dall’avvocato Gesualda Lorenzano, afferma, infatti, che “il dato normativo non lascia spazio ad alcun dubbio interpretativo”, pertanto ordina all’azienda di reintegrare la giornalista Rossana Caccavo e di riconoscerle “il risarcimento del danno subito attraverso la corresponsione di una indennità parametrata alla retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento sino al giorno della riammissione in servizio, oltre interessi e rivalutazioni”.
Il Tribunale di Crotone ha, inoltre, condannato Marrelli al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali per il medesimo periodo ed alle spese legali quantificate in 2800 euro, oltre ad Iva e Cpa.“L’ordinanza del Tribunale di Crotone – sottolinea Carlo Parisi, vicesegretario Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria – rende giustizia ad una giornalista seria e preparata, brutalmente messa alla porta da un’azienda che, avendo mal digerito la sua elezione a fiduciario di redazione, credeva, forse, di poter gestire la vita e la dignità delle persone con i metodi usati nelle piantagioni di cotone”.
Rossana Caccavo, giornalista pubblicista dal 2007, ha lavorato nell’emittente crotonese dal 2011 senza regolare contratto e dal 10 luglio 2012 con contratto di lavoro giornalistico Fnsi-Aeranti-Corallo, full time a tempo indeterminato, con la qualifica di praticante. Eletta fiduciario di redazione l’8 aprile 2013, appena cinque giorni dopo l’elezione è stata licenziata in tronco dalla rampolla della famiglia Marrelli, nonostante le pubblicazioni, il 4 aprile, del matrimonio, celebrato il 20 giugno successivo.
Licenziata oralmente, “con effetto immediato”, il 13 aprile 2013 e, due giorni dopo, con una lettera di dieci righe, consegnata a mano, “per giustificato motivo oggettivo” con un’assurda motivazione: “riduzione dei costi generali di impresa per lenire le costanti perdite d’esercizio”.
Immediata fu, all’indomani del licenziamento, la reazione del vicesegretario Fnsi, Carlo Parisi, che, ritenendolo “palesemente nullo sotto ogni aspetto”, mise subito al lavoro l’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria sulla mole di materiale “che va ben oltre - sottolinea Parisi - le discutibili argomentazioni dell’azienda”.
“Al di là delle conclusioni del Tribunale di Crotone, che premiano la Fnsi su tutta la linea, – sottolinea Parisi – la vicenda sarà oggetto di ulteriori, circostanziati approfondimenti, nelle opportune sedi, alla luce delle palesi violazioni di carattere etico e deontologico della professione giornalistica da parte di qualche valletto che, nell’attesa del verdetto, ha, tra l’altro, fatto da spalla a personaggi che, sul fronte giudiziario, dovrebbero preoccuparsi delle inchieste che li toccano in prima persona invece di investire un tribunale di una causa persa in partenza”.
“In Calabria – ricorda Carlo Parisi – il Sindacato dei giornalisti esiste, eccome. Per difendere i giornalisti veri. Un Sindacato che, nel caso di Esperia TV, non farà certo passare sotto silenzio i pesanti risvolti di una brutta vicenda”. Da www.giornalistitalia.it/