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Fnsi 26 Set 2002

La mini riforma dell’Inpgi passa in Consiglio generale con 32 sì 11 no e un astenuto Serventi molto soddisfatto

La mini riforma dell’Inpgi passa in Consiglio generale con 32 sì 11 no e un astenutoServenti molto soddisfatto

La mini riforma dell’Inpgi passa in Consiglio generale con 32 sì 11 no e un astenuto
Serventi molto soddisfatto

L’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani comunica: Il Consiglio generale dell’Inpgi ha approvato oggi, con 32 voti a favore, 11 contrari e 1 astenuto, la proposta del Consiglio d’amministrazione che modifica il calcolo della media retributiva pensionabile, utile per la determinazione della pensione. La delibera (che per diventare operante dovrà essere oggetto di accordo tra Fnsi e Fieg e ratificata dai Ministeri del Lavoro e dell’Economia) prevede che, dalla definitiva ratifica, il calcolo delle future quote di pensione (pro-rata) sia eseguito mantenendo le migliori aliquote di rendimento, ma sulla media dei contributi che saranno versati da quel momento fino alla pensione. Realizzando quindi una stretta correlazione fra quanto sarà stato corrisposto e la quota di pensione maturata. Così come già oggi accade per oltre 4.000 giornalisti, iscritti all’Inpgi dopo il 24 luglio 1998. La modifica è stata decisa in seguito alle osservazioni contenute in un bilancio tecnico attuariale, approvato nei mesi scorsi dal ministero del Lavoro. Il documento certifica una situazione stabile dell’Istituto oggi e nei prossimi 15 anni, avvertendo tuttavia che segnali di difficoltà potranno successivamente presentarsi. Da qui la proposta, studiata dai Servizi dell’Inpgi, che tende a dare garanzie sulla solidità dell’Ente anche in un futuro più lontano. La variazione – come hanno dimostrato gli esempi forniti dai Servizi dell’Istituto – sarà nulla o estremamente modesta (secondo l’anzianità di iscrizione dei giornalisti) per coloro che continueranno ad avere una normale crescita retributiva, mentre avrà effetti più evidenti (ma sempre contenuti) per quei colleghi la cui retribuzione dovesse regredire. Ma per questi ultimi casi sono state contestualmente approvate misure di ulteriore sostegno in favore dei giornalisti disoccupati o cassintegrati. Il livello di pensione Inpgi rimarrà comunque di gran lunga superiore a quello in atto nell’Assicurazione generale obbligatoria. E ciò grazie alle migliori aliquote di rendimento le quali consentono, a parità di retribuzione e di numero di contributi, di maturare all’Inpgi in 30 anni lo stesso livello di pensione che all’Inps si potrebbe maturare in 40 anni. Il Consiglio generale, infine, ha ratificato una norma che, per i contributi volontari, consentirà ad ogni iscritto di decidere annualmente l’aumento dei versamenti, fino ad un tetto massimo determinato dalla retribuzione media pensionabile individuale. La Federazione della Stampa inviera' nelle prossime ore il testo della delibera sulle pensioni del consiglio generale dell'Inpgi alla Fieg per aprire la trattativa tra le parti sindacali e varare quindi la manovra approvata. "Sono molto soddisfatto - ha detto il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi - della conclusione di un dibattito che si è protratto per mesi e che ha consentito alla categoria di esprimere preoccupazioni, riserve ed dissenso, ma anche un largo consenso a correttivi sulle regole della contribuzione che, se approvati dalle parti sindacali, consentirebbero un futuro certo all'autonoma previdenza dei giornalisti". "Respingo le critiche di metodo e di merito - ha aggiunto Serventi Longhi - ma sottoporrò agli organismi della Fnsi gli elementi che emergeranno dal confronto con la Fieg per il quale non mi nascondo le difficoltà. Ne parleremo il 7 e 8 ottobre negli Stati Generali, consapevoli che i giornalisti hanno un sistema previdenziale comunque largamente vantaggioso rispetto all'assicurazione generale obbligatoria e la cui autonomia sarà difesa strenuamente dal sindacato".

@fnsisocial

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