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Cpo-Fnsi 02 Giu 2011

La Cpo-Fnsi denuncia: "Donne che non fanno notizia se non è gossip, carriere bloccate, precariato, ignorate dalle istituzioni"

(di Daniela Giammusso) (ANSA) - ROMA, 01 GIU - Lavoratrici senza aiuti, ignorate dalle istituzioni. Donne che non fanno notizia, a meno che non siano vittime o al centro di gossip. Giornaliste dalle carriere bloccate, se non votate al precariato. E' la drammatica fotografia del mondo femminile nell'informazione italiana, raccontato il 1 giugno al tavolo 'Donne nei Media', promosso Federazione Nazionale della Stampa e dall'Associazione Stampa Romana, che ha riunito, al Senato e poi nella sede dell'FNSI, giornaliste, rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle associazioni, per fare il punto su due filoni: lavoro e trattamento della donna nella notizia.

(di Daniela Giammusso) (ANSA) - ROMA, 01 GIU - Lavoratrici senza aiuti, ignorate dalle istituzioni. Donne che non fanno notizia, a meno che non siano vittime o al centro di gossip. Giornaliste dalle carriere bloccate, se non votate al precariato. E' la drammatica fotografia del mondo femminile nell'informazione italiana, raccontato il 1 giugno al tavolo 'Donne nei Media', promosso Federazione Nazionale della Stampa e dall'Associazione Stampa Romana, che ha riunito, al Senato e poi nella sede dell'FNSI, giornaliste, rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle associazioni, per fare il punto su due filoni: lavoro e trattamento della donna nella notizia.

"Abbiamo scelto la vigilia della festa della Repubblica - spiegano Donatella Alfonso, coordinatrice CPO FNSI, e Nella Condorelli, presidente Dipartimento Diritti e Pari Opportunità dell'ARS - perchè
questa Repubblica poco si occupa delle sue cittadine. E non ricorda che il 2 giugno è anche la ricorrenza del primo voto alle donne. Ma fin tanto che le donne non entreranno nella stanza dei bottoni, non cambierà il modo in cui vengono rappresentate". La situazione
femminile nell'editoria sembra peggiorata di pari passo con la crisi economica. "Negli ultimi due anni il 95% delle persone mandate a casa dai giornali sono stati uomini - spiega Lucia Visca, presidente CPO
FNSI - Il 65% di chi è restato è donna, ma questa crisi ha generato un mostro con teste molto piccole, tutte maschili, e corpi molto larghi femminili, con differenze salariali del 40% e carriere, per le donne,
bloccate da soffitti di cemento". Quel 65%, poi, aggiunge Maria Pia Farinelli, consigliere regionale dell'Ordine dei Giornalisti, "sono in gran parte precarie perchè la presenza di donne con contratto in
redazione è del 30%".
Situazione "tragicomica" anche in Rai, come racconta Ilaria Capitani, coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell'Usigrai, che annuncia per lunedì la prima assemblea nazionale delle giornaliste
dell'azienda con i dati della situazione. Appoggio bipartisan al tavolo dalla vicepresidente del Senato Emma Bonino e dalle senatrici Vittoria Franco del PD ("perchè nessun giornale oggi riporta le frasi
di Draghi di ieri sui mancati investimenti sulle donne?", chiede) e Laura Bianconi del PDL ("Anche nelle ultime elezioni - dice - la presenza femminile nelle istituzioni è stata sotto le due cifre"). "In
Italia le donne magari sono state anche a lungo in silenzio, ma oggi di sicuro sono silenziate - conclude la Bonino - Tutti i direttori di giornali sono uomini, tranne due, e non c'è neanche una direttrice nel sistema bancario. Dove sono finiti poi i 4 miliardi in 10 anni dall'innalzamento alle pensioni e destinati alle politiche di conciliazione?".

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